Giuseppe Levi, le balene, il pesce luna e i gangli cerebrospinali
Viaggio storico-scientifico tra le ricerche sulle cellule nervose di un grande biologo del Novecento.
Marco Piccolino e Antonio Barasa, con la collaborazione di Dario Cantino
Insegnandomi la geografia, mia madre mi raccontava di tutti i paesi dov’era stato mio padre da giovane. Era stato in India, dove s’era preso il colera, e, credo, la febbre gialla; ed era stato in Germania e in Olanda. Era stato poi anche nello Spitzberg. S’era sporcato tutto col sangue di balena, e i vestiti, che aveva riportato indietro, erano imbrattati e duri di sangue secco.
Così Natalia Ginzburg ci parla, attraverso i racconti che ascoltava da sua madre, Lidia Tanzi, dei viaggi di suo padre, il grande anatomico e biologo Giuseppe (Beppino) Levi, “il Professore” protagonista – insieme con la moglie – di Lessico famigliare, un classico della letteratura italiana del Novecento.
Per quale motivo – ci si chiederà - Giuseppe Levi era andato in una lontana isola dei mari del nord, e perché mai si era sporcato del sangue della balena?
Partendo da un suo vetrino istologico con le cellule nervose dei gangli spinali prelevati da un singolare pesce, ci sforziamo di rispondere a questo quesito, ripercorrendo una storia che inizia nel 1915 in una tonnara siciliana, e attraversa la biologia del Novecento, con sviluppi sorprendenti, come il premio Nobel assegnato nel 1987 a un’allieva di Levi, e anche una canzone di Modugno ispirata dal destino tragico di un principe siciliano.
Il vetrino giunto fino a noi è quello con le sezioni di gangli del pesce luna studiate da Giuseppe Levi negli anni del suo soggiorno a Palermo come professore di Anatomia Umana. (continua)