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KEEP K2 CLEAN 2023 © TEMPESTA A MILANO

 


 

 

Per un K2 più pulito

KEEP K2 CLEAN 2023
Per un K2 più pulito
Nel corso di dieci anni sono state rimosse circa 80 tonnellate di rifiuti dai ghiacciai del Karakorum

È partita lo scorso 20 luglio KEEP K2 CLEAN 2023, la nuova campagna per la pulizia dei ghiacciai del Karakorum dai rifiuti lasciati da turisti e alpinisti, progetto nati oltre dieci anni fa dall’Associazione EvK2CNR – che opera da oltre 35 anni, nella regione pakistana del Gilgit-Baltistan – in collaborazione con Moncler e il personale del Parco del Karakorum Centrale-CKNP.

Una dozzina tra ricercatori, alpinisti italiani e pakistani sta raggiungendo quella che è una delle aree del Pakistan a maggior affluenza di trekker e spedizioni alpinistiche: K2, Broad Peak, Gasherbrum I e Gasherbrum II, ma anche Gasherbrum IV, mentre una spedizione italiana ha risalito il ghiacciaio Baltoro con l’obiettivo di effettuare anche la pulizia dei camp site più alti: da Concordia al campo base del 

 

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Nel corso di dieci anni sono state rimosse circa 80 tonnellate di rifiuti
L’organizzazione continua a svolgere un ruolo cruciale nel preservare questo territorio naturale per le generazioni future, anche con importanti campagne di sensibilizzazione del personale pakistano che accompagna i trekkers e le spedizioni, dimostrando così che il rispetto per la montagna può essere un punto di unione tra diverse realtà. EvK2CNR e il CKNP sono riusciti a introdurre, come accade in molte aree protette del mondo, una tassa di ingresso, di cui buona parte è dedicata alla conservazione e pulizia dei ghiacciai e delle aree di sosta.


 

 

Gli alberi sono una risorsa, non una minaccia

TEMPESTA A MILANO

 

Gli alberi sono una risorsa, non una minaccia
Per ridurre i danni che gli alberi possono fare in ambiente urbano, bisogna migliorarne la cura e la gestione in chiave professionale
Gli alberi sono una risorsa, non una minaccia© Serdar Arslan/unsplash.com

Il violento nubifragio che ha colpito Milano e il suo hinterland, causando, tra le altre cose, la caduta di centinaia di alberi, ha sollevato molti allarmi.

L’Associazione Arboricoltori – che raggruppa i maggiori professionisti certificati che operano nel settore dell’Arboricoltura in ambiente urbano – ha ritenuto doveroso esprimere il proprio commento sulle tante, anche troppe, dichiarazioni fatte spesso fuori luogo sui pericoli che un evento meteorologico estremo può causare alla cittadinanza, ed essere propositiva per scongiurare nuovi eventi del genere, ma anche per evitare la cattiva informazione che ne deriva.

«Partiamo dagli alberi, che sono sempre una risorsa e mai una minaccia – dice l’Associazione in un comunicato –. Sappiamo anche che, per ridurre i danni che gli alberi possono fare in ambiente urbano, bisogna migliorarne la cura e la gestione in chiave professionale. Possono farlo i professionisti del settore, ovvero gli Arboricoltori Certificati – ETW (European Tree Worker) – in concerto con tecnici valutatori di stabilità.

Paesaggisti e architetti non possono essere le prime e a volte le sole figure interpellate in valutazioni di tale portata, la cui competenza è importante nella valorizzazione estetica dei luoghi dove la presenza arborea è importante, ma, a monte bisogna guardare agli alberi come presidi sanitari ed elementi di mitigazione dei cambiamenti climatici».

alberi a Milano

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Valutare la portata funzionale, ancor prima che estetica, degli alberi
«C’è un aspetto tecnico degli alberi che va lasciato alle competenze degli arboricoltori. Come A.A. possiamo affermare che la città di Milano, dopo la notte del 24 luglio scorso, avrebbe fatto una conta degli alberi caduti meno disastrosa, se questi non fossero stati costretti, nel corso degli anni, in spazi angusti.

Altro concetto che ci sta a cuore è far capire che gli alberi non rappresentano una minaccia nei contesti cittadini, come non si può pensare a città fatte solo di cespugli. Non si elimina il problema abbassando l’altezza degli alberi. Il problema va circoscritto gestendo gli alberi in maniera professionale. Gli alberi alti ci vogliono, così come le chiome importanti perché sono utili all’ombra, al frangimento del vento, alla mitigazione delle temperature e all’intercettazione delle piogge meteoriche.

Servono piani pluridecennali su impianti e cura degli alberi con all’interno piani regolatori che tengano conto dell’esigenza di questi essere viventi. Non serve apporre la bandierina di chi ha piantato più alberi, serve capire, piuttosto, quanti ne servono, quali tipologie e dove metterli».