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Sui quotidiani e periodici ottobre 2024

# P.Rumiz,Le parole chiave che abbiamo regalato alla destra # C.Giunta,Un nuova grammatica italiana è possibile # E.Dusi,Nobel per la fisica ai due padri dell’IA “Una rivoluzione nelle nostre vite” # M.Rossi Doria,I ragazzi sono fragole nel deserto # D.Acemoglu,Se ricchezza non fa rima con saggezza # P.Albani,Capire che cosa ci fa ridere non è uno scherzo # M.Recalcati,Ama il tuo nemico come te stesso # F.Moscatelli,"La salute non è soltanto un costo Si raddoppi il prezzo delle sigarette" # E.Comelli,Soluzioni basate sulla natura per contrastare gli eventi estremi # E.De Blasio,D.Selva,Disuguaglianze e istruzione,non solo dati negativi # P.M.Alfieri,Il Nobel agli economisti delle istituzioni inclusive # F.Arminio,Serve un piano della gioia # V.Ardone,Più spazio al desiderio dei ragazzi # M.Recalcati,Accendiamo nei ragazzi il fuoco del desiderio # G.A.Stella,Salviamo il clima dai profeti # B.Salvarani,Ripensare l’ora di religione # D.Agasso,AI "Un'innovazione epocale Ma ha bisogno di regole" # F.Cerati,Nobel, l’Rna si aggiudica il premio anche nel 2024 # P.Mastrolilli,“Restituiamo il gioco ai nostri figli” # E.Dusi,“Mangiano plastica producono energia e ci curano I batteri salveranno il mondo” # S.Mancuso,È l’aiuto reciproco il segreto della legge del più forte # G.Silvestri,Il potere trasformativo dell'educazione # P.Bianucci,“Scienziate. Storie di vita e di ricerca” #


"La Repubblica" - 20 ottobre 2024
Le parole chiave che abbiamo regalato alla destra
di Paolo Rumiz
Mentre apre la Fiera di Francoforte, l’autore di “Canto per l’Europa” spiega perché l’estremismo si impone in tutto il Continente

Rieccoci alla Buchmesse, con l’Europa nuda davanti alle sue contraddizioni, la sua debolezza, la sua irrilevanza nel mondo. Dopo la già movimentata edizione del 2023, oggi a Francoforte noi scrittori siamo ancora più investiti dal vento freddo della storia e più soli di fronte a noi stessi, al ritorno delle frontiere e di un post-fascismo suprematista, per non dire a un collasso dell’economia e al rischio di un conflitto mondiale. Per uno scrittore, non è più decente far finta di nulla. Specie per il figlio di un Paese come l’Italia, che è ospite d’onore di una fiera che è un riassunto del mondo. Mi si dirà che gli scrittori non dovrebbero impicciarsi di politica. Ma la politica è fatta anche di parole, e fino a prova contraria le parole sono il mestiere di chi scrive.

Ebbene, mi accorgo che esiste già di fatto un’egemonia della destra sul piano verbale, un’egemonia tale che i partiti di governo sono costretti a inseguirla penosamente. Il che significa che, per vincere, la destra non ha nemmeno bisogno di trionfare sul piano politico. Victor Klemperer, nella sua analisi della lingua del Terzo Reich, ci spiega che le tempeste della storia sono annunciate sempre da una mutazione delle parole. E Karl Kraus, nellaNotte di Valpurga , vede l’irruzione del totalitarismo già nella sostituzione delle parole complesse con le sigle e gli acronimi violenti del potere.


"Il Sole 24 Ore" - 20 ottobre 2024
Un nuova grammatica italiana è possibile
di Claudio Giunta
idee per la scuola Una serie di articoli di Mirko Tavoni sulla rivista online de «il Mulino» rimette in discussione il modo in cui la disciplina è stata insegnata. E propone un’alternativa concreta

Alcuni anni fa, durante gli esami di Letteratura italiana all’università, ho cominciato a fare agli studenti precise domande di grammatica (qual è il soggetto di questa frase?   Questo è un pronome o un aggettivo? Mi dice modo e tempo di questo verbo?) perché mi sono accorto che gli studenti ignoravano anche i più semplici concetti grammaticali, e in generale non sapevano fare l’analisi del periodo, o adoperare la più elementare nomenclatura linguistica. Qualche anno dopo ho smesso, non perché gli studenti rispondevano bene, ma perché praticamente tutti rispondevano male o tacevano: tanto valeva accettare il fatto che «è andata così», incolpando i negligenti insegnanti della secondaria, della primaria, del nido.


"La Repubblica" - 20 ottobre 2024
Nobel per la fisica ai due padri dell’IA “Una rivoluzione nelle nostre vite”
di Elena Dusi
Nella vita di tutti si sono diffusi dei sistemi software, le cosiddette reti neurali, capaci di dare alle macchine funzioni fino a qualche anno fa impensabili. Le reti neurali artificiali sono modelli computazionali ispirati al funzionamento del cervello umano.

Come vincitori del Nobel per la Fisica, John Hopfield e Geoffrey Hinton sono piuttosto atipici. Il primo negli anni ’80 rimase estasiato dai progressi delle neuroscienze, si mise a studiare le connessioni fra i neuroni e insegnò chimica e biologia nelle università americane Caltech e Princeton. Il secondo si laureò a Cambridge in psicologia sperimentale, prima di appassionarsi al mondo dei computer.
Per due scienziati così, tracciare un ponte fra cervello e macchine è stata un’operazione naturale. Il Nobel per la Fisica gli è stato assegnato ieri proprio per aver assemblato i primi mattoni dell’intelligenza artificiale. I loro studi risalgono agli anni ’80, quando nessuno poteva immaginare i risultati di oggi. «John Hopfield e Geoffrey Hinton — ha spiegato l’Accademia reale delle scienze svedese che ha scelto i vincitori — hanno posto le fondamenta del potente machine learning di oggi, che è basato sulle reti neurali artificiali e sta rivoluzionando la scienza, l’ingegneria e la nostra vita quotidiana». Costruendo modelli informatici in cui un neurone è chiamato nodo e la connessione fra due nodi rappresenta una sinapsi, Hopfield e Hinton hanno simulato i processi di apprendimento della mente umana.


"La Repubblica" - 20 ottobre 2024
I ragazzi sono fragole nel deserto
di Marco Rossi Doria
Le idee

Il malessere che arriva da ragazzi e ragazze non va osservato né misurato. Ma raccolto mentre provi a camminare con loro.
Ecco perché sono grato a Ardone, Affinati e Recalcati per aver contribuito a riprendere il confronto sui nostri ragazzi e ragazze e perciò sul nostro futuro. Ascoltare significa dare voce. Noi li abbiamo visti, incontrati, accompagnati. Lo facciamo ogni giorno. Lo faremo domani, e tra un mese, e ancora. Migliaia di comunità educanti fatte da docenti, educatori del terzo settore, volontari, trainer sportivi, capi scout, terapeuti, genitori e cittadini sono impegnati insieme ai nostri ragazzi nutrendo il dialogo e assumendo la posizione propria degli adulti che guidano. Proprio in queste settimane il Fondo per il contrasto della povertà educativa in Italia e l’impresa sociale “Con i Bambini” sono nel pieno di una campagna che si chiama “Non sono emergenza” che dà voce a inquietudini e sogni delle nuove generazioni.
È difficile. Si incontra chi si ritira in casa a tredici anni, chi si tagliuzza, chi ha veri problemi con il cibo, chi è dipendente dagli schermi o da altro, chi prova a farla finita, chi s’organizza in piccole orde che inscenano terribili atti di violenza sulla rete e nella realtà.


"Il Sole 24 Ore" - 20 ottobre 2024
Se ricchezza non fa rima con saggezza
di Daron Acemoglu
Un articolo del Premio Nobel per l’Economia. Daron Acemoglu, fresco laureato a Stoccolma, con Simon Johnson e James A. Robinson, ci spiega, in esclusiva, le storture di una «età dell’oro» basata solo sui soldi

I miliardari del settore tecnologico come Bill Gates, Mark Zuckerberg ed Elon Musk non sono solo tra le persone più ricche della storia umana, sono anche straordinariamente potenti da un punto di vista sociale, culturale e politico. Sebbene ciò rifletta in parte lo status sociale che la nostra società attribuisce alla ricchezza in generale, c’è dell’altro.
Quello che conta ancor più della ricchezza in sé è che questi miliardari sono considerati dei geni dell’imprenditoria dotati di livelli unici di creatività, audacia, lungimiranza e competenza su una vasta gamma di argomenti. Se a ciò si aggiunge il fatto che molti di essi controllano i principali mezzi di comunicazione, ovvero le principali piattaforme di social media, si ottiene uno scenario quasi senza precedenti nella storia recente.


"Il Sole 24 Ore" - 20 ottobre 2024
Capire che cosa ci fa ridere non è uno scherzo
di Paolo Albani
Comportamenti sociali

Perché ridiamo? Sembra una domandina all’apparenza facile facile. Che diamine!
Ridiamo perché siamo felici, perché qualcuno ci ha raccontato una barzelletta, perché un signore vestito di nero, dall’aria burbera e severa, è scivolato su una buccia di banana, perché un nostro amico, burlone, ci ha fatto uno scherzo, perché qualcuno, magari lo stesso amico di prima, si è preso gioco delle nostre aspettative.
Insomma, si ride per tanti buoni motivi, ma, attenzione, la faccenda è più complicata. Se questa domandina finisce nelle mani, o meglio nelle menti perspicaci, di un neuroscienziato e di una etologa, la musica cambia, se poi il neuroscienziato si chiama Fausto Caruana e l’etologa Elisabetta Palagi, statene certi, la domandina «Perché ridiamo?» non apparirà più facile facile, ma un bel rompicapo.


"La Repubblica" - 17 ottobre 2024
Ama il tuo nemico come te stesso
di Massimo Recalcati
Il comandamento del Vangelo non concepisce il “prossimo” come il “simile”, ma come l’altro da sé. È questo l’aspetto più scabroso dell’insegnamento di Gesù, puntualizzato da Nietzsche

L’amore cristiano per il prossimo dichiarato da Gesù come comandamento fondamentale dell’Evangelo e di fronte al quale indietreggia inorridito Freud, viene, in realtà, già annunciato, com’è noto, nella Torah. In particolare nei versetti del Levitico (19, 18): «ama il tuo prossimo come te stesso». Nondimeno, poco più avanti, la ripresa di questo precetto fondamentale diviene ancora più radicale. Si tratta di uno spostamento d’accento significativo che verrà ripreso e enfatizzato proprio dalla predicazione di Gesù. Il riferimento adesso è allo “straniero”. «Lo straniero che risiede con voi sia per voi come chi è nato tra voi. Lo amerai come te stesso, perché anche voi foste stranieri in terra d’Egitto» (19, 34). Questa specificazione ulteriore dell’amore per il prossimo come amore per lo straniero è di notevole importanza poiché l’amore non investe tanto il prossimo come figura di colui che ci sta accanto, come il vicino o come il soccorritore, ma in quanto sconosciuto, lontano, straniero appunto.


“La Stampa” - 17 ottobre 2024
"La salute non è soltanto un costo Si raddoppi il prezzo delle sigarette"
di Francesco Moscatelli
Intervista Silvio Garattini - Le liste d'attesa - Le medicine

«Per la sanità il governo non sta facendo quello che potrebbe fare. Però è facile criticare l'esecutivo in carica. In realtà tutti i governi che si sono succeduti in Italia si sono mossi considerando la salute una spesa invece che un investimento. Lo stesso accade con la ricerca o l'istruzione: vengono considerate un costo, mentre sono un investimento. Purtroppo chi governa guarda più ai voti che agli interessi del Paese». Silvio Garattini, 95 anni, fondatore e presidente dell'Istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri di Milano, scienziato e allo stesso tempo combattivo difensore del diritto alla salute, si concentra sulle responsabilità della politica senza però dimenticare che «tutto dipende dai cittadini, perché se tutti andassimo a votare probabilmente avremmo anche politici migliori».


"Il Sole 24 Ore" - 17 ottobre 2024
Soluzioni basate sulla natura per contrastare gli eventi estremi
di Elena Comelli
Crisi climatica. Da Seul a Rotterdam, si demoliscono superfici asfaltate, si creano dei corridoi per convogliare le acque nei parchi. Una tendenza al centro della legge europea sul ripristino della natura

L’uragano Milton che spiana la Florida, il meteorologo che piange in diretta, i disastri a ripetizione in Emilia Romagna, il lago di Como che esonda in città e il Lambro a Milano sono tutti episodi che fanno parte della nuova normalità. Con la crisi del clima questi eventi eccezionali sono diventati la regola e le piogge torrenziali – causa di frane ed alluvioni – sono sempre più comuni. Negli ultimi 50 anni il numero di eventi eccezionali è quintuplicato a livello globale, secondo l’Organizzazione meteorologica mondiale. In Italia, stando ai dati dell’ultimo report realizzato da Irpi e Cnr, negli ultimi cinquant’anni frane e alluvioni hanno provocato 1.610 morti, 1.875 feriti e oltre 300mila evacuati e senza casa. Solo dal 2010 a oggi in Italia si sono verificati ben 120 eventi alluvionali gravi, secondo l’ultimo rapporto del Cresme, facendo triplicare la spesa annuale per il dissesto idrogeologico, da una media di un miliardo all’anno a 3,3 miliardi.


"Il Sole 24 Ore" - 16 ottobre 2024
Disuguaglianze e istruzione, non solo dati negativi
di Emiliana De Blasio e Donatella Selva
Rapporto OCSE

Guardando al 2030, le Nazioni Unite progettavano un mondo in cui l’istruzione potesse essere inclusiva, paritaria, di qualità e continua per tutto il percorso di vita. In una parola: sostenibile.

Raggiungere queste caratteristiche nel settore dell’istruzione è infatti l’obiettivo numero 4 per lo sviluppo sostenibile.  Ma a che punto siamo arrivati in questo percorso così importante ed ambizioso? La risposta è contenuta nel rapporto annuale «Education at a glance 2024» stilato dall’Ocse (Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico che raggruppa 36 Paesi del mondo, tra cui l’Italia).


“Avvenire” - 15 ottobre 2024
Il Nobel agli economisti delle istituzioni inclusive
di Paolo M. Alfieri
Il riconoscimento è stato assegnato dal comitato di Stoccolma ai tre studiosi Acemoglu, Johnson e Robinson per le loro ricerche «sulla formazione delle istituzioni e la loro influenza sulla prosperità» nei vari Paesi.

Sono le società con istituzioni forti e inclusive e uno stato di diritto pienamente funzionante quelle che generano davvero prosperità e inclusione per le loro popolazioni. Lo sottolineano da tempo molti studiosi e un ulteriore riconoscimento è arrivato ieri anche dall'Accademia reale svedese per le scienze economiche. Nell’annunciare il Premio Nobel per l’economia 2024 a Daron Acemoglu, Simon Johnson e James A. Robinson, è stato infatti pienamente evidenziato come «le società con uno stato di diritto scadente e istituzioni che sfruttano la popolazione non generano crescita o cambiamenti in positivo».


"La Repubblica" - 14 ottobre 2024
Serve un piano della gioia
di Franco Arminio

Se dovessimo fare una classifica delle paure, forse oggi gli italiani prima di tutto hanno paura di ammalarsi. E questa paura è accresciuta dalla sensazione che la sanità funziona sempre peggio, specialmente al Sud. Un medico di base va in pensione e i suoi assistiti non sanno a chi rivolgersi (succede anche ai miei familiari). Io volevo fare una colonscopia ma dopo una decina di tentativi telefonici per prenotare ho rinunciato: la difficoltà di accesso agli accertamenti si sposa con la paura di avere diagnosi catastrofiche.
In rete si leggono ogni giorno notizie di persone morte per tumore o per malori improvvisi. E sono queste le due paure principali, spesso inconfessate. Le paure collettive stanno sullo sfondo, può essere la crisi climatica o la guerra in Ucraina o nella Palestina. La gente legge, si amareggia, si sente impotente, ma poi il destino del mondo vola via, resta il pensiero per il proprio corpo, l’unico bene a cui ci sentiamo ridotti.


"La Repubblica" - 14 ottobre 2024
Più spazio al desiderio dei ragazzi
di Viola Ardone

Il desiderio si trova sempre altrove. È etimologicamente una figura di movimento e non di stasi, contiene il prefisso de ,che in latino indica il moto da luogo, l’origine, la provenienza. È per definizione una tensione verso qualcosa che deve giungere da lontano, e per la precisione dalle stelle (sidera ).Il desiderio è quindi una mancanza, un posto vuoto, un’assenza. Il fatto che i ragazzi oggi facciano sempre più fatica a provarlo, come ha ben raccontato ieri Massimo Recalcati su Repubblica , è forse la conseguenza di una sindrome da “troppo pieno”.
La scuola, gli impegni extrascolastici, la compulsione ai social riempiono ogni momento lasciando il tempo privo del benefico vuoto della noia. E invece spesso è proprio la noia che accende il desiderio. Verrebbe da pensare allora che per riattivare in loro la modalità desiderante basterebbe sottrarre, privare i ragazzi di qualcosa: delle comodità, dei telefoni cellulari, del denaro, dei regali, dell’eccessiva tenerezza, del supporto.


"La Repubblica" - 13 ottobre 2024
Accendiamo nei ragazzi il fuoco del desiderio
di Massimo Recalcati
È un paradosso epocale: l’acquisizione di una libertà di massa inedita non favorisce la presenza del desiderio ma genera la sua tendenziale estinzione. Com’è possibile?

Le più recenti statistiche epidemiologiche sul disagio giovanile mostrano un quadro davvero inquietante. La diffusione di angoscia, panico, disturbi psicosomatici, anoressie-bulimie, intossicazioni di vario genere comprese quelle provocate dagli oggetti tecnologici, violenza e tendenze suicidarie appare decisamente in aumento dopo il Covid segnalando uno stato di vera e propria emergenza.
Non voglio indugiare, come ho fatto in altre occasioni, sul fatto che non bisogna commettere l’errore di identificare questa generazione come vittima inerme del trauma del Covid.
Piuttosto vorrei interrogarmi sulla matrice più profonda di questo disagio, ovvero sul rapporto tra le nuove e le vecchie generazioni.


“Corriere della Sera” -  9 ottobre 2024
Salviamo il clima dai profeti
di Gian Antonio Stella
Apocalittici e negazionisti non risolvono il problema. La tesi di Abravanel e D’Agnese

Se «la guerra è una cosa troppo seria per affidarla ai militari», come disse George Clemenceau, l’apocalisse climatica è troppo seria per fidarsi degli apocalittici. Peggio ancora, però, è buttarla in caciara come quanti ridono degli allarmi degli scienziati sostenendo che «non imbroccano una previsione del tempo a due giorni ma ci dicono cosa succederà al pianeta tra cent’anni» o che il problema del clima «l’ha inventato Bill Gates in combutta con i cinesi per venderci pannelli solari e auto a batteria».    I dati scientifici, infatti, spiegano Roger Abravanel e Luca D’Agnese in Le grandi ipocrisie sul clima. Contro i burocrati della sostenibilità e i nuovi negazionisti del clima (edito da Solferino, in libreria dal 15 ottobre) non lasciano dubbi: «Già oggi in Iraq e nei Paesi del Golfo Persico temperature che superano i 50 gradi provocano il divieto per legge di lavorare all’aperto tra le 11 e le 17, e le previsioni dicono che, entro il 2035, in un Paese molto più popoloso (e più agricolo) come l’India non si potrà più lavorare all’aperto in molti giorni l’anno, con profondi sconvolgimenti socioeconomici».


“SettimanaNews” - 9 ottobre 2024
Ripensare l’ora di religione
di Brunetto Salvarani

Vale la pena di prendere sul serio le riflessioni del vescovo di Pinerolo, Derio Olivero, presidente della Commissione per l’ecumenismo e il dialogo della CEI, riportate in un articolo che compare sul n. 7/8 di Rivista del Clero Italiano, storica testata di Vita e Pensiero. Il titolo è già un programma: Insegnamento, religioni, spazio laico. Verso un nuovo statuto dell’ora di religione nella scuola pubblica.
Tra i motivi che, a suo parere, spingono a pensare a un nuovo statuto dell’ora di religione c’è la consapevolezza di vivere un pluralismo religioso del tutto inedito, nel quadro di quello che papa Francesco insiste a definire un cambiamento d’epoca: «uno statuto che contribuisca alla creazione di una civitas ecumenica, capace di riconoscere e apprezzare le differenze. In questa luce la Chiesa cattolica potrà fare un passo indietro, rinunciando a uno spazio che le spetta di diritto in nome del Concordato, per aiutare la società a fare un passo avanti».


“La Stampa” -  9 ottobre 2024
AI "Un'innovazione epocale Ma ha bisogno di regole"
di Domenico Agasso
intervista a Paolo Benanti

«Fino a oggi si è discusso se le Intelligenze artificiali fossero una bolla oppure no, questi Premi Nobel in Fisica confermano che c'è stato un passaggio epocale, e lo consolidano». Allo stesso tempo, «non va trascurato che è stata costruita una macchina cercando di imitare l'uomo. E ora la macchina mette in dubbio l'uomo stesso. E condiziona pesantemente i rapporti di potere geopolitico». Padre Paolo Benanti analizza il valore dei riconoscimenti assegnati all'americano John J. Hopfield e al canadese Geoffrey E. Hinton, pionieri dell'Intelligenza artificiale (Ai), «per scoperte e invenzioni fondamentali che consentono l'apprendimento automatico con reti neurali artificiali». Il Teologo Francescano è, Oltretevere, consigliere del Papa sui temi dell'etica della tecnologia, in Italia Presidente della Commissione Ai per l'informazione, e all'Onu membro del Comitato sull'Ai.


"Il Sole 24 Ore" -  8 ottobre 2024
Nobel, l’Rna si aggiudica il premio anche nel 2024
di Francesca Cerati
Stoccolma. Victor Ambros e Gary Ruvkun hanno identificato i microRna, una classe di molecole che ha un ruolo cruciale nel controllo dell’espressione genica e che potrebbe trasformarsi in terapie mirate

Anche quest’anno il Nobel per la Medicina è stato assegnato alla ricerca sull’Rna. A vincerlo sono stati due genetisti statunitensi, Victor Ambros e Gary Ruvkun, i quali hanno scoperto i microRna, una classe di minuscole molecole di Rna che aiutano a controllare l’attività dei geni, consentendo alle nostre cellule di svolgere tutte le loro miriadi di funzioni in diversi tessuti in tutto il corpo. Lo scorso anno - lo ricordiamo - il riconoscimento venne assegnato all’ungherese-americana Katalin Karikó e all’americano Drew Weissman per le scoperte che hanno consentito la creazione di vaccini a mRna contro il Covid-19, fondamentali per rallentare la pandemia.


"La Repubblica" -  5 ottobre 2024
“Restituiamo il gioco ai nostri figli”
di Paolo Mastrolilli
L'intervista - Jonathan Haidt, psicologo americano autore di un bestseller sul tema, racconta la sua ricetta contro l’ansia giovanile

Togliete quegli smartphone dalle mani dei vostri figli, se ci riuscite.
Banditeli dalle scuole. Ritardate l’età in cui li ricevono, controllate come li usano, vietate i social fino a 16 anni. Punite i produttori che non collaborano. La loro esistenza, e anche la vostra, rifiorirà, mettendo al riparo dai predatori online, le malattie mentali che travolgono gli adolescenti di mezzo mondo, l’incubo dei suicidi. Torneranno a giocare, crescere, avere una vita sociale da esseri umani, migliorando pure i voti a scuola. Lo garantisce Jonathan Haidt nel suo libro La generazione ansiosa , sottotitoloCome i social hanno rovinato i nostri figli, pubblicato in Italia da Rizzoli.


"La Repubblica" -  5 ottobre 2024
“Mangiano plastica producono energia e ci curano I batteri salveranno il mondo ”
di Elena Dusi
Intervista al direttore del Biotecnopolo di Siena Rappuoli

Ogni problema dell’umanità ha una risposta. Guardare nell’oculare di un microscopio può essere il punto di partenza per trovarla. Si vedranno batteri, virus e funghi che da 3,8 miliardi di anni generano energia, trovano cibo, producono materiali utili alla vita, riciclano gli scarti.
Proprio come fa il genere umano. Ma senza rovinare il pianeta.
Già oggi dai batteri ci arrivano molti farmaci, oltre a qualche fertilizzante e biocarburante. I microrganismi ci aiutano a ripulire le acque reflue e, almeno in parte, a digerire le chiazze di petrolio. L’anno prossimo in Francia aprirà il primo impianto di batteri mangiaplastica che smaltirà 50mila tonnellate di Pet all’anno.
Un test in un’azienda agricola cinese dimostra che arricchire l’acqua di irrigazione con batteri che fissano l’azoto (un nutriente per i vegetali) fa più che raddoppiare le dimensioni di piante e frutti (in questo caso le angurie). «Tutti gli obiettivi per lo sviluppo sostenibile fissati dalle Nazioni Unite, come salute, fame, cambiamento climatico, possono essere raggiunti più facilmente con l’aiuto dei batteri», sostiene Rino Rappuoli, direttore scientifico del Biotecnopolo di Siena, autore del libroI batteri salveranno il mondo? e - con una ventina di colleghi d tutto il mondo - di un articolo su Cellche riassume tutte le potenzialità dei microrganismi per risolvere i problemi dell’umanità.


"La Repubblica" -  3 ottobre 2024
È l’aiuto reciproco il segreto della legge del più forte
di Stefano Mancuso
Biologia sociale - Da una errata interpretazione del principio della teoria di Darwin deriva l’ideologia che ancora oggi influenza le nostre vite. Invece sopravvivono le specie che sanno collaborare.

Nella città di Omelas — scrive Ursula Le Guin in un suo noto racconto — durante la festa d’estate la temperatura è mite, il sole splende e «tra le sue torri fulgide in riva al mare… le case dai tetti rossi… i vecchi giardini invasi dal muschio e i viali alberati » ogni abitante della città danza, spensierato. Sono sani, forti, belli e gentili i cittadini di Omelas e — animali e piante compresi — sono felici. Tutti tranne un solo bambino che vive, malato e malnutrito, rinchiuso al buio di un umido seminterrato. In città chiunque conosce la situazione in cui vive questo unico infelice e sa che se a quel bambino fosse accordata un po’ di felicità, gli abitanti di Omelas non godrebbero più di quella perfetta condizione di gioia. Il dilemma è classico: saremmo disposti a comperare la felicità di un’intera comunità al prezzo dell’infelicità di una sola persona? E se, invece di una, il prezzo fosse l’infelicità di due persone? O di cento, o di mille? Qual è la quantità di infelici che siamo disposti ad accettare?


“Corriere della Sera” -  2 ottobre 2024
Il potere trasformativo dell'educazione
di Giampaolo Silvestri

Lo sfoglio dei giornali ci costringe al confronto quotidiano con una realtà caratterizzata dal divampare di conflitti sempre più vigliacchi: la guerra sta seminando una tale quantità di distruzione dell’umano che va arginata subito, con misure immediate ma capaci di guardare al lungo periodo.
Quei bambini che vediamo feriti dai bombardamenti oggi in Libano, solo per citare gli ultimi, dovrebbero essere a scuola, accolti e custoditi nella loro unicità. E i piccoli libanesi sono solo una porzione di un popolo di duecentocinquanta milioni di bambini del mondo che non vanno a scuola: come si può stare fermi di fronte a un tale dato?


“La Stampa” -  2 ottobre 2024
“Scienziate. Storie di vita e di ricerca”
di Piero Bianucci
recensione di Piero Bianucci - (Raffaello Cortina, 198 pagine, 16 euro)

Giornali di tutto il mondo il 10 aprile 2019 pubblicarono in prima pagina la stessa foto enigmatica: un cerchio scuro circondato da un anello rossastro segnato da tre macchie gialle più brillanti. Era la prima immagine di un buco nero. Risultato scientificamente rivoluzionario, annunciato da sei articoli pubblicati in un numero speciale di “The Astrophysical Journal Letters”.
Orizzonte degli eventi
I buchi neri sono oggetti cosmici così densi e massicci da inghiottire anche la luce. Ne segue che un buco nero è invisibile per sua natura, e quindi per definizione. A rivelare il buco nero in quella fotografia era l’anello rossastro: materia caldissima (plasma) vorticante intorno al pozzo gravitazionale, l’ombra. Il confine tra vortice e buio è il cosiddetto “orizzonte degli eventi”, e separa, isola per sempre il buco nero dal resto dell’universo.