Sui quotidiani e periodici marzo 2020
# Il nostro domani con i robot # Polifonia stonata tra Governo e Regioni # La misura giusta della paura # Saremo più umani grazie al digitale # La nostra casa brucia meno # Se l’uomo tace ascoltiamo gli animali # L’audacia che ci è possibile # Virus. È arrivato il momento dell’audacia # Restare accanto agli studenti è la prima sfida della scuola # Abbiate cura dei vostri polmoni # Nel laboratorio P3 dove si studiano i virus pericolosi # Covid-19, le tre vie per usare gli anticorpi come terapia # C’erano una volta gli animali alle prese con uno strano virus # Così la scienza smentisce l’assurda tesi del complotto # Dopo la peste torneremo a essere umani # La paura è la maestra che ci insegna a cambiare le cose # Ricerca sugli animali l'elemento decisivo per battere il Covid-19 # Piantiamo semi con i nostri figli # Amici, battiamo questo nemico che non si vede # Quanto pesano i tagli # Diaro dalla quarantena # Buoni di salute pubblica # Anatomia di un nemico # La cura della verità e la peste del panico # Prova di maturità per una generazione baciata dalla sorte # Così i megalomani della finanza soffocano il mondo # L'altrove siamo noi # Quanto è cambiata la vita delle donne # 8 marzo La marcia in più delle donne scienziate # Gismondo: “Virus qui da novembre” # 10 Cose che ci insegna il contagio del virus # Alleanza genitori-insegnanti per far contare di più le bambine # Il nemico invisibile # Visto dalla scienza # Un fenomeno epocale con possibili sorprese # Conversazioni-Piero Angela «A scuola facevo il minimo sindacale, poi ho imparato da solo a parlare russo» # «Eroi gentili in ospedale» # La scienziata “Stavolta ci muoviamo tutti in un territorio sconosciuto” # L’illusione di chiudere tutto # Galileo censurato tre volte #
"Il Sole 24 Ore" - 29 marzo 2020
Il nostro domani con i robot
di Alberto Orioli
Marco Magnani - Il destino dell’uomo è diventare «pastore» della tecnologia, in una fase in cui l’innovazione corre veloce. Ma nessuna macchina potrà sostituire empatia e creatività.
Una fabbrica gestita solo da robot non avrebbe paura del coronavirus, continuerebbe a produrre senza timori di contagio, giorno e notte, non avrebbe impatti sul servizio sanitario nazionale, aumenterebbe la produttività evitando spesa pubblica. E l’uomo? Starebbe in un ufficio a controllare che tutto proceda per il meglio, magari con la sua mascherina sul viso, a un metro di distanza da qualche sparuto collega. In questi tempi biblici, di epidemie e di apocalissi viene in mente questa immagine una volta finita la lettura di Robot di Marco Magnani.
"Il Sole 24 Ore" - 29 marzo 2020
Polifonia stonata tra Governo e Regioni
di Carlo Melzi d’Eril e Giulio Enea Vigevani
Equilibri istituzionali. L’emergenza Covid-19 mostra fragilità e conflittualità
Cinquant’anni fa, nel 1970, furono istituite le regioni ordinarie. Cinquanta anni dopo, le regioni si trovano ad affrontare la sfida più difficile: garantire la tutela della salute durante un’epidemia misteriosa e terribile. L’eccezionalità dei tempi che ci troviamo a vivere consente di verificare la capacità dei singoli amministratori di porsi alla guida della propria comunità. L’impressione è che i presidenti regionali stiano interpretando, con diverse sfumature, il ruolo di difensore dei confini contro i nemici esterni, in una sorta di competizione con il governo nazionale nella corsa a introdurre misure più severe nella battaglia contro il virus. L’effetto è una polifonia stonata, che confonde e crea confusione su ciò che è lecito e ciò che non lo è.
"Il Sole 24 Ore" - 29 marzo 2020
La misura giusta della paura
di Paolo Legrenzi
Psicologia cognitiva. Durante questi giorni drammatici della pandemia, sono molto evidenti i rischi connessi ai meccanismi che ci portano dalla negazione del pericolo alla sua sottovalutazione fino allo scatenarsi del panico.
Circa un secolo fa iniziò una battaglia combattuta nelle accademie e nei centri di ricerca. Alcuni studiosi, presenti soprattutto negli Stati Uniti, pensavano che per studiare i comportamenti umani si dovessero osservare solo le azioni delle persone, limitandosi a misurare quelle che loro chiamavano le risposte degli individui agli stimoli presenti nell’ambiente. Questo avrebbe dovuto essere il metodo non solo della psicologia ma di tutte le scienze umane, dall’economia allo studio dei comportamenti politici.
“Corriere della Sera” - 29 marzo 2020
Saremo più umani grazie al digitale
di Giovanni Lo Storto
Ognuno di noi ha delle paure, le più diverse. È normale, fisiologico. Ma la paura che accomuna tutti, davvero tutti, è quella dell'ignoto. Il cambiamento repentino, brusco, drastico, quello sì che coglie tutti di sorpresa e innesca meccanismi di reazione, più o meno rapidi. Le ultime due settimane ci hanno visti tutti alle prese con un cambiamento quanto mai radicale. Abbiamo sovvertito la nostra routine quotidiana, i nostri ritmi giornalieri e quelli del weekend, le nostre relazioni sociali e quelle con i colleghi. I nostri uffici si sono trasferiti nelle nostre case, le relazioni sono diventate per lo più digitali.
"Il Sole 24 Ore" - 29 marzo 2020
La nostra casa brucia meno
di Patrizia Caraveo
Crisi interconnesse. La riduzione del traffico ha abbassato il livello di azoto e polveri sottili Ma non si può certo combattere inquinamento e riscaldamento globale con un virus letale
Dopo che il 2019 aveva fatto registrare un picco nelle emissione di anidride carbonica, il gas serra per eccellenza, i dati dei primi mesi del 2020 ci mostrano una situazione molto diversa. La Cina, primo inquinatore del mondo, a causa del massiccio utilizzo del carbone per la produzione di energia elettrica, ha diminuito le sue emissioni del 25%. Ancora più marcata la decrescita del biossido di azoto, indicatore del traffico perché è prodotto dai motori diesel. Le immagini dei satelliti di osservazione della Terra non lasciano dubbi.
“la Repubblica” - 28 marzo 2020
Se l’uomo tace ascoltiamo gli animali
di Marino Niola
Coinquilini - I delfini che tornano a Trieste, i cervi nei campi da golf, i cani che ci interrogano sorpresi.Ecco come ritrovare un dialogo antico tra noi e loro.
I delfini tornano a sguazzare giocosi nel porto di Trieste, le anatre si bagnano nelle fontane di una Roma deserta, i cinghiali passeggiano sulla via Cassia, le lepri scorrazzano indisturbate nei parchi di Milano e non solo. E mentre i cigni scivolano sulle acque dei navigli milanesi, daini e cervi si affacciano sui campi da golf. Mentre noi siamo in quarantena la natura si riprende i suoi spazi, finalmente liberi dall’invadenza umana. E su tutto si leva il canto libero degli uccelli, che echeggia nel vuoto delle nostre città, come il ritorno di un motivo antico ormai dimenticato. Nostro e non più nostro.
“la Repubblica” - 27 marzo 2020
L’audacia che ci è possibile
di Massimo Recalcati
Il tempo che stiamo vivendo è il tempo di un trauma collettivo, se il trauma è un evento che spezza violentemente la nostra rappresentazione ordinaria del mondo introducendo la dimensione angosciante dell’inatteso, dell’imprevedibile, dell’ingovernabile. Per Freud un evento può dirsi traumatico perché non essendo in nessun modo prevedibile ha reso impossibile qualunque forma di difesa. Nessuno infatti era preparato a una emergenza come quella che stiamo vivendo. Uno spartiacque si è scavato tra la nostra vita com’era prima e come sarà dopo. Già, ma come sarà dopo? In un articolo ampio e ricco, pubblicato ieri sulle pagine del nostro giornale, Alessandro Baricco ci invita con decisione a pensare al tempo del dopo-trauma.
“la Repubblica” - 26 marzo 2020
Virus. È arrivato il momento dell’audacia
di Alessandro Baricco
Devo averla già raccontata, ma è il momento di ripeterla. Viene da un bel romanzo svedese. C’è la regina che decide di imparare ad andare a cavallo. Monta in sella. Poi chiede sprezzante al maestro d’equitazione se ci sono delle regole. Ed ecco cosa risponde lui: «Prima regola, prudenza. Seconda, audacia ». Bene, direi che con la prudenza ci stiamo dando un sacco da fare. Possiamo passare all’audacia. Dobbiamo passare all’audacia. Se sei un medico, non so cosa possa voler dire essere audaci in questo momento, quindi non mi permetto di dare suggerimenti. Però so esattamente cosa significhi essere audaci, in questo momento, per gli intellettuali: mettere da parte la tristezza, e pensare: cioè capire, leggere il caos, inventariare i mostri mai visti, dare nomi a fenomeni mai vissuti, guardare negli occhi verità schifose e, dopo che hai fatto tutto questo, prenderti il rischio micidiale di dare a tutti qualche certezza .
“www.internazionale.it” del 24 marzo 2020
Restare accanto agli studenti è la prima sfida della scuola
di Franco Lorenzoni
In questo tempo di non scuola sta accadendo un po’ di tutto, ma una cosa è certa: gran parte degli insegnanti sta provando in qualche modo a reagire a una situazione a cui nessuno era preparato, ponendosi nuove domande e mettendosi in gioco, in numerosi casi con impegno e generosità. Nel procedere a tentoni si va da un estremo all’altro. In un paese del viterbese alcuni insegnanti delle medie tengono ogni mattina i loro allievi diverse ore davanti al computer con le lezioni a distanza e assegnano poi una gran quantità di compiti per il pomeriggio. Altri docenti segnalano numerosi casi in cui ragazze e ragazzi, lasciati a se stessi, trascorrono intere nottate incollati agli schermi tra giochi, chat e serie tv e gli insegnanti, quando provano a interagire con loro sul web, li trovano affaticati anche a mezzogiorno.
“la Repubblica” RSalute - 24 marzo 2020
Abbiate cura dei vostri polmoni
di Letizia Gabaglio
Non solo malattie.La pandemia ha acceso i riflettori su un organo spesso trascurato. Che cosa fare per proteggerlo: inspirare dal naso, non fumare e muoversi anche adesso che si sta in casa. Con piccoli lavori domestici e di giardinaggio.
Basta un colpo di tosse, uno starnuto, un affanno momentaneo: un’occlusione passeggera o qualcosa di più grave? Mai come in queste settimane ci siamo preoccupati dei nostri polmoni, di quanto e come riusciamo a respirare. La pandemia ha acceso i riflettori su un organo troppo spesso ignorato, alla cui salute non è destinata sufficiente attenzione. Un errore, se è vero che in Italia le persone con problemi ai polmoni sono un discreto numero: il 5% della popolazione soffre di asma, con punte del 7-8% in età pediatrica, il 10% ha la broncopneumatia cronica ostruttiva (Bpco), solo per citare le malattie più diffuse. Milioni di persone, insomma, con una tendenza in aumento. Per questo la salute dei polmoni, complice l’inquinamento atmosferico, è davvero un’emergenza e non solo in queste settimane. Cosa fare quindi per proteggere organi così preziosi?
"Il Sole 24 Ore" - Salute - 24 marzo 2020
Nel laboratorio P3 dove si studiano i virus pericolosi
di Agnese Codignola
A Milano, l’unico in Italia
Nell’era pre-Covid-19 li si vedeva solo in qualche film distopico. Nella realtà, di laboratori P3 per la sperimentazione animale ne esistevano, ma lavoravano in sordina, mentre l’attenzione era concentrata su quelli più classici, dove si faceva ricerca sui big killer: cancro, malattie cardiovascolari, demenze. Certo, in occasione delle periodiche crisi che spaventavano l’opinione pubblica come Ebola o la mucca pazza tornavano momentaneamente alla ribalta, ma poi rientravano nel loro cono d’ombra e, in alcuni casi, venivano dismessi, a causa degli enormi costi di gestione, e del fatto che anche Big Pharma, negli ultimi anni, non ascoltava le cassandre che preconizzavano l’avvento di una grave pandemia.
"Il Sole 24 Ore" - Salute - 24 marzo 2020
Covid-19, le tre vie per usare gli anticorpi come terapia
di Agnese Codignola
Unione europa. Bando da 50 milioni per finanziare 17 team di ricerca sul coronavirus. Al secondo posto si è classificato quello di cui fa parte Luca Varani, dell’Irb di Bellinzona
Lo scorso 31 gennaio, con un’iniziativa senza precedenti, l’Unione europa ha indetto un bando per la ricerca sul Covid-19, stanziando 10 milioni di euro da devolvere a tre progetti, e dando due settimane di tempo per presentare i programmi. Il denaro è poi stato incrementato fino a quasi 50 milioni di euro, e questo ha permesso di finanziare 17 team (quasi tutti internazionali), tra i 91 che hanno presentato la domanda. A riprova di quanto a Bruxelles si sia percepita per tempo l’importanza di un sostegno eccezionale alla ricerca, la burocrazia è stata di fatto cancellata, i fondi sono stati messi subito a disposizione e al momento i gruppi sono già tutti al lavoro.
"la Repubblica" - 22 marzo 2020
C’erano una volta gli animali alle prese con uno strano virus
di Stefano Benni
Nei momenti più tristi i bambini hanno bisogno di favole (J. Grimm)
Ci fu un tempo che sul nostro pianeta, in un luogo chiamato Cina, scoppiò un’epidemia, una malattia che contagiava tutti. Per due mesi i governanti degli altri paesi restarono inerti e sottovalutarono il pericolo. Poi per primo si mosse un Paese chiamato Italia e iniziò la guerra alla malattia, detta pandemia. Fu un momento terribile, e anche se tutti si davano da fare con coraggio e dedizione per curare e salvare, i morti tra gli umani furono moltissimi.
“Corriere della Sera” - 21 marzo 2020
Così la scienza smentisce l’assurda tesi del complotto
di Edoardo Boncinelli
«Ci sono più cose in cielo e in terra, Orazio...» dice Amleto all’amico e compagno di studi. Questo famoso avvertimento, rivolto più a se stesso che all’amico, mi viene in mente tutte le volte che mi trovo al cospetto di qualcosa di misterioso o, per meglio dire, di tanto ricco e nuovo da apparirci misterioso. In questi giorni siamo chiusi in casa a vedere quando passerà questo turbine virale che sembra fare volar via tutti gli stracci. Sto parlando del Covid-19, che ci fa rimpicciolire il cuore e farfugliare il cervello. Prima non c’era, ora c’è, eccome! Da qualche parte sarà venuto, ma da dove? E, soprattutto, chi ci ha messo lo zampino? Noi uomini non vediamo le montagne, ma gli zampini ci sembra sempre di vederli. Nell’ansia di spiegare ma anche d’incolpare.
“la Repubblica” - 19 marzo 2020
Dopo la peste torneremo a essere umani
di David Grossman
È più grande di noi, l’epidemia, e in un certo senso non riusciamo a concepirla. È più forte di qualsiasi nemico in carne e ossa che abbiamo mai affrontato, di qualsiasi supereroe che abbiamo mai immaginato o visto nei film. Talvolta un pensiero agghiacciante si insinua in cuore: questa, forse, è una guerra che perderemo. Dalla quale usciremo sconfitti a livello mondiale. Come ai tempi dell’influenza "spagnola". Subito però respingiamo una tale eventualità. Perché mai dovremmo uscirne sconfitti? Siamo nel XXI secolo! Siamo sofisticati, computerizzati, equipaggiati con uno stuolo di armi, vaccinati, protetti dagli antibiotici... Eppure qualcosa ci dice che stavolta le regole del gioco sono diverse al punto che, al momento, di regole non ce ne sono proprio.
“la Repubblica” - 19 marzo 2020
La paura è la maestra che ci insegna a cambiare le cose
di Gianrico Carofiglio
Parlare di cosa si può apprendere da quello che stiamo vivendo implica l’altissimo rischio di avventurarsi — e magari perdersi — nel territorio di una retorica mediocre sui buoni sentimenti e sui buoni propositi. Non sono sicuro di sapermi sottrarre a questo rischio: esserne consapevoli non è quasi mai sufficiente a eluderne la vischiosa seduzione. Con questa premessa, credo che quanto sta accadendo potrebbe insegnarci alcune cose decisive. Fra queste: una diversa comprensione della paura, dell’errore e dei loro risvolti etici.
“Il Messaggero” - 18 marzo 2020
Ricerca sugli animali l'elemento decisivo per battere il Covid-19
di Elena Cattaneo
Un oggetto animato più piccolo di 160 nanometri (un milionesimo di millimetro), contagioso e pericoloso per l'uomo, sta causando grandi sofferenze a centinaia di migliaia di persone in tutto il mondo costringendone milioni in decine di nazioni a sospendere pressoché ogni attività. L'emergenza Coronavirus ha messo le nostre vite in stand-by chiarendo a tutti l'importanza di studiare la malattia per identificare una cura. Quel che è altrettanto chiaro, anche se pochi ne parlano pubblicamente, è che senza test sugli animali non si raggiungerà mai questo obiettivo. La ricerca di una cura contro il virus SARS-CoV-2 passa necessariamente dalla sperimentazione animale per capire la patogenesi dell'infezione nell'uomo, l'efficacia dei trattamenti antivirali e gli eventuali effetti collaterali, o lo sviluppo dei vaccini. Non esistono, né sono concepibili, vie alternative.
“la Repubblica” - 17 marzo 2020
Piantiamo semi con i nostri figli
di Franco Lorenzoni
Da anni ci raccontano che oltre la metà dei lavori del futuro saranno totalmente nuovi, inimmaginabili oggi. Nessuno però aveva previsto che anche nel mestiere d’esser genitori potevano accadere slittamenti come quelli che stiamo sperimentando in queste settimane. Soli in casa con i nostri figli, per un tempo lungo senza fine certa, siamo chiamati a dare senso a una esperienza di isolamento e prossimità del tutto inedita. Queste settimane ci ricordano che la scuola, oltre a essere un potente organizzatore sociale, è il luogo in cui si attenuano un po’, almeno per i più piccoli, le diverse opportunità di accesso alla conoscenza. "Investing in children e "Alleanza per l’infanzia" ci ricordano che il "tutti a casa" di questo mese è particolarmente pesante per il milione e 260 mila bambini che vivono in povertà assoluta.
“la Repubblica” - 17 marzo 2020
Amici, battiamo questo nemico che non si vede
di Roberto Piumini
Che cos’è che in aria vola? C’è qualcosa che non so? Come mai non si va a scuola? Ora ne parliamo un po’. Virus porta la corona, ma di certo non è un re, e nemmeno una persona: ma allora, che cos’è? È un tipaccio piccolino, così piccolo che proprio, per vederlo da vicino, devi avere il microscopio. È un tipetto velenoso, che mai fermo se ne sta: invadente e dispettoso, vuol andarsene qua e là.
“la Repubblica” - 16 marzo 2020
Quanto pesano i tagli
di Daniela Minerva
Il prezzo delle scelte sulla sanità
Cassandre noiose. L’opinione pubblica si annoia a sentir parlare di sanità, ovvero di quel garbuglio di numeri, norme e burocrazia che ci mantiene in salute e ci cura quando stiamo male, e così la politica la lascia in mano ai tecnici e gli opinionisti guardano altrove. Di solito, perché di questi tempi, invece, la lente di ingrandimento si è fissata su ospedali, posti letto, medici, infermieri... Insomma, sul pane quotidiano delle Cassandre che per anni si sono sgolate ad avvisare che tagliare i finanziamenti alla sanità, depauperare i reparti, ridurre il numero di medici e infermieri non andava bene. Perché, per quanto doloroso possa essere dirlo: le carenze di oggi sono figlie delle scuri di ieri. I medici e gli infermieri difendono un fortino diroccato, che però (incrociamo le dita) resta in piedi, e quando ne saremo fuori speriamo che tutti ammettano senza se e senza ma che il Servizio sanitario o è pubblico o non è.
“la Repubblica” - 15 marzo 2020
Diaro dalla quarantena
di Paolo Rumiz
Ho sempre riempito taccuini viaggiando. Ebbene, da quando la mia libertà di movimento è finita per via della peste, pensieri nuovi escono a torrenti. Pensieri da fermo. Così tanti che devo fissarli in un quaderno. Metto a bagno i fagioli e penso. Guardo dalla finestra e prendo appunti. Impasto farina e lievito e scrivo. Un effetto del silenzio, credo. Usciti dal frastuono del troppo, vediamo più chiaro. Ed è strano, per un nomade, viaggiare in una stanza e accorgersi che tante cose possono accadere in uno spazio dove la frontiera è la porta di casa e, talvolta, la pelle del proprio corpo.
“Corriere della Sera” - 13 marzo 2020
Buoni di salute pubblica
di Mario Monti
Emergenza. Va valutata l'emissione di «Health Bonds» per il mercato internazionale, a lungo termine o irredimibili.
Le circostanze eccezionali che a causa del coronavirus si stanno diffondendo nel mondo intero, e che in Italia hanno raggiunto livelli particolarmente preoccupanti, scuotono nel profondo le diverse psicologie nazionali. Si stanno così creando alcuni varchi nella fitta selva dei pregiudizi reciproci che in tempi ordinari paralizzano le decisioni in sistemi complessi come l'unione Europea.
Nel nostro Paese, dobbiamo riconoscerlo, siamo poco propensi a vedere nello Stato la risultante dei costumi e dei comportamenti di noi italiani; e ancor meno a capire che lo Stato, che spesso non apprezziamo e non rispettiamo, è il solo in grado di assicurare certe condizioni essenziali come la salute pubblica, soprattutto in situazioni di emergenza. Allo stesso modo, gli evasori fiscali sono visti da molti come furbi, non come criminali; la politica riserva loro comprensione e tanti, tanti condoni.
“la Repubblica” - 12 marzo 2020
Anatomia di un nemico
di Alberto Mantovani
Non è un’influenza. Ce lo dicono i numeri. Ce lo dicono le unità di cura intensiva. Covid-19 non è un’influenza perché dal punto di vista immunologico è un nemico nuovo e, come tale, è del tutto sconosciuto al nostro sistema immunitario. Non avendo mai avuto prima d’ora alcuna esposizione al coronavirus Sars-CoV-2, non abbiamo sviluppato difese immunitarie come individui e come comunità, la cosiddetta immunità del gregge. Di fronte ad un nemico nuovo, la nostra arma migliore è non farlo circolare. Il contenimento del contagio è fondamentale, così come ribadirne l’importanza
"Il Fatto Quotidiano" - 12 marzo 2020
La cura della verità e la peste del panico
di Maria Rita Gismondo
Davanti all’evoluzione dell’epidemia Coronavirus, molti mi chiedono se c’è ancora da essere ottimisti. Comincio con l’esprimere un concetto sul quale tutti siamo d’accordo. Ne usciremo e il tempo entro il quale ciò avverrà dipende da ciascuno di noi. Oggi la cosa più importante è che la gente abbia fiducia nelle istituzioni, deputate a prendere provvedimenti, e nella scienza. Certo non basta una sola voce a tranquillizzare e perciò è utile che ciascuno di noi abbia la modestia e la disponibilità a confrontarsi e anche a modificare il proprio pensiero. Sin dall’inizio del fenomeno “Coronavirus” sono stata ottimista e ho sempre cercato di spegnere il panico. Il panico è dannoso, ipotizzare scenari disastrosi porta a conseguenze impensabili.
“Corriere della Sera” - 11 marzo 2020
Prova di maturità per una generazione baciata dalla sorte
di Antonio Scurati
Siamo stati la generazione più fortunata della storia dell’umanità. Noi, nati in questa meravigliosa penisola protesa su di un mare «buono» nel mezzo del più lungo periodo di pace e del più grande benessere mai goduto dall’Occidente europeo, noi siamo stati la jeunesse dorée della storia universale. Ora, entrati nell’età che dovrebbe concedere la maturità, raggiungiamo il «punto alto» della nostra esistenza, siamo chiamati alla prova. Ce ne mostreremo all’altezza? Non sto parlando di felicità. Forse altre generazioni, più tormentate, meno agiate, più disperatamente vitali della nostra, sono state anche più felici. Parlo di fortuna.
"Il Fatto Quotidiano" - 10 marzo 2020
Così i megalomani della finanza soffocano il mondo
di papa Francesco
L’intervento dell’essere umano sulla natura si è sempre verificato, ma per molto tempo ha avuto la caratteristica di accompagnare, di assecondare le possibilità offerte dalle cose stesse. Si trattava di ricevere quello che la realtà naturale da sé permette, come tendendo la mano. Viceversa, ora ciò che interessa è estrarre tutto quanto è possibile dalle cose attraverso l’imposizione della mano umana, che tende a ignorare o a dimenticare la realtà stessa di ciò che ha dinanzi. Per questo l’essere umano e le cose hanno cessato di darsi amichevolmente la mano, diventando invece dei contendenti. Da qui si passa facilmente all’idea di una crescita infinita o illimitata, che ha tanto entusiasmato gli economisti, i teorici della finanza e della tecnologia.
“Corriere della Sera” - 9 marzo 2020
L'altrove siamo noi
di Paolo Giordano
Epidemia Guardando con sospetto la Cina, avevamo la percezione che nulla potesse accadere in Europa. Per un pregiudizio infondato, il pregiudizio dell'altrove
Esiste una linea temporale di questa epidemia. Ha origine in un momento imprecisato e in un luogo imprecisato, forse un mercato di Wuhan, e prosegue con la diffusione del virus in Cina e poi nel mondo, fino a qui. Una quota dello smarrimento, del senso di affanno di queste ore, deriva dall'aver trascurato ripetutamente questa linea temporale. Il contagio, una volta iniziato in un'area, procede in maniera simile a quanto è avvenuto o avverrà altrove.
Non c'è ragione evidente per cui non dovrebbe essere così: apparteniamo alla stessa specie e le nostre dinamiche sociali sono identiche, o almeno affini, ovunque.Eppure a gennaio, guardando con sospetto la Cina, avevamo la percezione che nulla del genere potesse accadere in Europa. Non su quella scala, non così, non da noi. Perché no? Per un pregiudizio infondato, il pregiudizio dell'altrove. E perché nessuno prendeva in serio esame l'ipotesi che noi e la Cina ci trovassimo sulla stessa linea temporale.
“la Repubblica” - 8 marzo 2020
Quanto è cambiata la vita delle donne
di Massimiliano Valerii
Al risveglio, stamattina, una donna si guarda allo specchio e scopre quanto è cambiata dall’inizio del terzo millennio. Vive più a lungo. Supera gli 85 anni in media, più degli 81 degli uomini: dall’8 marzo del 2000 ha guadagnato quasi 3 anni in più. Ha uno stile di vita più salutare. Le fumatrici sono scese al 15%, le sportive sono salite al 22 per cento. È più istruita. Le laureate furono 89 mila nel 2000, sono state 186 mila l’ultimo anno, il 57% di tutti gli addottorati.
“La Stampa” - 8 marzo 2020
8 marzo La marcia in più delle donne scienziate
di Linda Laura Sabbadini
L'8 marzo ai tempi del coronavirus. Non possiamo non pensare con orgoglio alla bellezza delle donne di scienza, medicina e ricerca che si stanno adoperando per debellare il virus e curarci. Le avete viste, tante ricercatrici appassionate all'opera per il bene comune. Come quelle dello Spallanzani e del Sacco, che hanno isolato il virus, precarie come moltissime che di questi tempi accettano qualunque condizione di lavoro, stringono i denti e vanno avanti, e ottengono risultati importanti, decisivi per l'individuazione e la lotta al virus. Donne di cui sappiamo di poterci fidare.
"Il Fatto Quotidiano" - 8 marzo 2020
Gismondo:“Virus qui da novembre”
di Davide Milosa
Maria Rita Gismondo L'infettivologa del Sacco di Milano: "Da noi l'epidemia potrebbe essere cominciata già a novembre"
Il virus Sars2Cov naviga con il vento in poppa. In Lombardia soprattutto. Tanto che gli esperti della task force in Regione parlano di una diffusione "fulminea" e prevedono, se le regole di contenimento non dovessero funzionare, un incremento fino a 10mila contagi entro due settimane. Bisogna prepararsi al peggio. E se la sanità fa muro, la ricerca lavora per una soluzione. L'ospedale Sacco di Milano è la prima trincea. Il lavoro dei ricercatori è intenso. Sappiamo che il virus isolato in Germania il 28 gennaio è lo stesso del Basso Lodigiani Sappiamo che i recenti studi segnalano in Lombardia nuovi focolai autoctoni. La professoressa Maria Rita Gismondo è uno degli eroi di questi tempi incerti.
"Il Fatto Quotidiano" - 8 marzo 2020
10 Cose che ci insegna il contagio del virus
di Domenico De Masi
Approfittare dell'emergenza per crescere come cittadini
"Cosa ci insegna (di buono) il virus" Tomaso Montanari ha ricordato che non tutte le disgrazie vengono solo per nuocere e che questa del coronavirus sottolinea tre gravi colpe: la perfida mortificazione della sanità pubblica per quella privata; la scellerata disattenzione all'inquinamento; la rozza turistificazione di città come Firenze e Venezia. Sulla scorta di queste osservazioni, possiamo considerare la pandemia come un immenso seminario formativo, grazie al quale, sferzati della necessità, apprendere ciò che, in tempi normali, abbiamo rifiutato.
"Il Sole 24 Ore" - 7 marzo 2020
Alleanza genitori-insegnanti per far contare di più le bambine
di Ersilia Vaudo
L’indagine Pisa 2018, pubblicata lo scorso dicembre – che ogni 3 anni valuta le competenze in lettura, matematica e scienze dei 15enni di 79 Paesi – ha evidenziato che in Italia, rispetto alla media Ocse, siamo in linea con la matematica e sotto con le scienze e la lettura. Ma guardando in dettaglio, in alcuni aspetti importanti siamo tra gli ultimi in classifica. Siamo tra i Paesi in cui, tra il 2015 e il 2018, il rendimento in scienze è diminuito in modo più drastico. E abbiamo uno dei divari di genere più profondi per quanto riguarda le abilità matematiche.
“la Repubblica” - 7 marzo 2020
Il nemico invisibile
di Massimo Recalcati
La prima reazione motoria di fronte a un pericolo è quella di darsi alla fuga; allontanarsi il più in fretta possibile dalla minaccia incombente. La paura è la risposta emotiva che segnala e localizza il pericolo in un oggetto determinato mobilitando il nostro distanziamento rapido. Ma quando – come sta accadendo con l’epidemia del coronavirus – la minaccia non è localizzabile, quando sfugge ad ogni determinazione? Quando la sua presenza è invisibile e delocalizzata? Clinicamente siamo di fronte al passaggio obbligato dalla paura all’angoscia; il sentimento dell’angoscia, infatti, diversamente da quello della paura, non si scatena più di fronte ad un oggetto minaccioso.
“Il Messaggero” - 7 marzo 2020
Visto dalla scienza
di Elena Cattaneo
Mercoledì scorso è stata disposta la sospensione delle attività (...) didattiche nelle scuole di tutta Italia. Le ultime indicazioni sanitarie sconsigliano anche strette di mano, partecipazioni a convegni, manifestazioni pubbliche e ogni tipo di assembramento. Oggi basta una parola sbagliata per scatenare il panico: l'ho sperimentato in prima persona nei giorni scorsi, quando, dopo il mio intervento in Senato sull'emergenza Coronavirus, ha cominciato a circolare un audio di tre minuti in cui mi si attribuivano delle affermazioni allarmanti, che in realtà non ho mai pronunciato.
“Corriere della Sera” - 7 marzo 2020
Un fenomeno epocale con possibili sorprese
di Ilaria Capua
L’emergenza da Covid-19 affonda le radici in fenomeni biologici e protende i rami verso il suo impatto sanitario, sociale ed economico. È un evento che ci scuoterà. In un pianeta globalizzato, interconnesso ed interdipendente, è chiaro che i fenomeni epidemici possono sfuggire di mano.
Abbiamo già avuto delle avvisaglie, dalla Sars ad Ebola fino alla pandemia influenzale del 2009 H1N1 «suina», quest’ultima forse la più vicina a quello che stiamo osservando oggi.
“Sette-Corriere della Sera” - 6 marzo 2020
Conversazioni-Piero Angela «A scuola facevo il minimo sindacale, poi ho imparato da solo a parlare russo»
di Gian Antonio Stella
Il padre della scienza in tv ha collezionato 12 lauree ad honorem e il suo nome è stato dato a un asteroide e a un mollusco e confessa «Ci sono conferenzieri per i quali c’è la ressa a entrare, altri la ressa a uscire»
«Se ho avuto di più o di meno di quanto meritassi? Di più. Senz’altro. Sono stato fortunato. Mi sono trovato nel momento giusto al posto giusto. Forse il mio merito è stato quello di non aver lasciato passare l’occasione. E di essermi impegnato molto». Sgobbone? «Nel lavoro sì, nello studio molto meno», sorride Piero Angela, 91 anni, che a Conegliano ha ricevuto dalla distilleria di Roberto Castagner il premio «Fuoriclasse» dopo dodici lauree ad honorem, la Medaglia d’oro per la Cultura della Presidenza della Repubblica, il Premio Kalinga dell’Unesco per la divulgazione scientifica, sette Telegatti, l’omaggio d’un asteroide (7197 Piero Angela) e di un mollusco gasteropode (Babylonia piero angela) del Mar cinese orientale.
“Corriere della Sera” - 6 marzo 2020
«Eroi gentili in ospedale»
di Martina Pastori
Il racconto di una studentessa, da quando vedeva il contagio come un problema lontano fino alle ore di isolamento al Sacco di Milano (con un lieto fine). «Da ricoverata, medici e infermieri che ho incontrato sono coloro che più si avvicinano all'immagine di eroi moderni».
I sintomi dell'influenza che non passano, la paura, i controlli e il ricovero in ospedale. Pubblichiamo la lettera di Martina Pastori, 23 anni, studentessa alla Cattolica di Milano. Il suo racconto e la sua esperienza nei giorni del coronavirus.
Non so voi, ma io ho la tendenza a vivere le situazioni incerte e potenzialmente pericolose come se non mi riguardassero; le assimilo a nubi gonfie di pioggia, a lontane manifestazioni meteorologiche destinate a dissolversi prima di raggiungere me. Che si tratti di un meccanismo di autodifesa, di semplice istinto umano o di pavidità, questo è stato il mio più spontaneo pensiero nel confrontarmi con la minacciosa NUBE-COVID-19: c'è da averne paura, certo. Ma non capiterà a me. Bene, oggi sono qui, semi seduta nel mio letto d'ospedale, a parlarvi di come io sia stata ricoverata, in isolamento causa sospetto COVID- 19, al Sacco di Milano.
“la Repubblica” - 5 marzo 2020
La scienziata “Stavolta ci muoviamo tutti in un territorio sconosciuto”
intervista a Benedetta Allegranzi a cura di Elena Dusi
No, la mano non la stringe. Anzi fa lo sguardo severo quando gliela porgi.
Benedetta Allegranzi è l’“inviata” dell’Organizzazione Mondiale della Sanità in Italia. Da otto giorni viaggia per seguire l’onda dell’epidemia nel nostro Paese, in cui è nata (Verona) 50 anni fa e in cui torna oggi in veste di infettivologa dell’università di Ginevra e responsabile mondiale del servizio prevenzione e controllo delle infezioni dell’Oms. Lavorerà all’Istituto Superiore di Sanità a Roma. Dopo aver affrontato Ebola, non è il coronavirus a spaventarla.
“l'Espresso” - 1 marzo 2020
L’illusione di chiudere tutto
di Massimo Cacciari
Fingiamo di aver scoperto solo da qualche decennio che i movimenti di capitali, merci, uomini, nel loro spesso tragico confondersi, sono assai difficilmente “confinabili”.
Ma per le grandi malattie infettive questo lo sappiamo da sempre. Forse nella nostra memoria permangono tracce delle grandi pesti affrontate in passato e durante le quali, Manzoni insegna, l’uomo ha dato il meglio ed il peggio di sé.
Certi trionfi della Morte sulle pareti delle nostre chiese, certe immagini di Bruegel il Vecchio testimoniano, più che del terrore, dello sgomento che afferrava i nostri padri per la loro impotenza di fronte all’immane pericolo.
"Il Sole 24 Ore" - 1 marzo 2020
Galileo censurato tre volte
di Leonardo Anatrini
Bella scoperta. Ritrovato all’Archivio di Stato di Roma un documento inedito riguardante uno dei tre voti censori espressi contro la stampa del «Dialogo sopra due massimi sistemi».
«Gli storici hanno una incancellabile tendenza: quella di considerare aperte tutte le questioni e di continuare a discutere e a diversamente interpretare. Molto raramente si illudono di chiudere delle questioni». Con queste parole Paolo Rossi introduceva
il volume di atti del convegno internazionale Il caso Galileo, che si è tenuto a Firenze nel maggio del 2009.
Dunque, come occorre comportarsi quando la comparsa di nuove fonti impone la necessità di rimettere in discussione conoscenze acquisite - frutto di decenni di studi, controversie e polemiche - se non accettando il fatto che, per chi fa ricerca storica, non solo il futuro, ma persino il passato resta imprevedibile e ricco di scoperte non ancora compiute?