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Questi sono i prodotti più assurdi •  Il Trentino si schiera contro •  La sperimentazione sulla AI •  rifugio sicuro senza fucili: vietata la caccia •  Incendi boschivi •  binomio perfetto tra turismo e gestione dei rifiuti  • Idrogeno verde • Un sistema di faglie allontana la Calabria dalla Sicilia •  nuovo emendamento sulla cannabis? •  Perdita di memoria •  La nuova pista da sci indoor •  L’India è il più grande inquinatore • 10 anni di Classroom • Crescono le rinnovabili • Bici elettrica ad elevata autonomia • L'impatto ambientale tra energia e CO2 • Le guerre fanno male anche al clima • Rinnovabili •Fieri di essere tassati • Un drone per moditorare i catacei • Meiofauna abissale • Laguna di Orbetello1 • Laguna di Orbetello 2 • La scuola di Putin evoca precedenti inquietanti • Scandalo ecologico • Svelato Mytho, il gene della giovinezza • Multati turisti americani • Buono, pulito e giusto lo Slow Food •L’Italia punta ai treni green •

 


 

 

plastica inutile

Questi sono i prodotti più assurdi imballati in packaging di plastica nei nostri supermercati

 

Rosita Cipolla


Dai mandarini sbucciati e venduti in vassoi alle uova sode imballate, passando per gli acini d'uva confezionati singolarmente: la quantità di plastica (inutile e inquinante) utilizzata nei supermercati supera ogni immaginazione. Vi mostriamo alcune delle scene più surreali che mostrano fin dove ci sta spingendo la nostra pigrizia. Aspettiamo le vostre segnalazioni per denunciare il folle abuso di plastica!


 

 

Il Trentino si schiera contro la riforma del voto in condotta promossa dal ministro dell’Istruzione, Giuseppe Valditara. Francesca Gerosa, vicepresidente della Provincia e assessora all’istruzione, ha dichiarato: “La nostra è una scuola educativa, non sanzionatoria”. Questo statement, che giunge da un esponente di Fratelli d’Italia, partito di governo alleato con la Lega, segna una netta presa di posizione. Gerosa critica l’idea di bocciatura per un semplice 5 in condotta, sottolineando l’importanza di “recuperare i ragazzi” piuttosto che penalizzarli. “La bocciatura non risolve magicamente il problema”, avverte, evidenziando che la valutazione nella sua regione tiene conto della “capacità di relazione”, un aspetto che va oltre la mera condotta scolastica.

Una “Terza Via” Trentina

L’assessora ha anche annunciato che il Trentino sta lavorando a una “terza via” per affrontare le carenze formative, cercando di trovare un approccio che si discosti dalle misure punitive. Questo approccio ha ricevuto il supporto di chi da sempre si opponeva alla riforma del voto in condotta, tra cui la segretaria della Flc Cgil, Gianna Fracassi, che ha definito la riforma “inefficace”. Secondo Fracassi, tale misura rischia di «svuotare e irrigidire il rapporto tra scuola e studenti» e promuove un’idea di scuola autoritaria. (continua)

 

 


 

 

L’anno accademico 2024-2025 si apre con una grossa novità: l’intelligenza artificiale sbarca a scuola con progetti sperimentali in quattro regioni. Il progetto pilota, della durata di due anni, debutta all’interno di 15 classi medie e superiori di Calabria, Lazio, Lombardia e Toscana. L’applicazione si chiama Esercizi guidati ed è una tecnologia di apprendimento adattivo (basata cioè sull’analisi dei dati) fornita gratuitamente da Google.

Cosa farà l’intelligenza artificiale a scuola

A costo zero per scuole e famiglie, il progetto Esercizi guidati è curato da Paolo Branchini, fisico ricercatore e docente dell’Infn, l’Istituto nazionale di fisica nucleare. Gli assistenti virtuali di Google, che da anni equipaggia le scuole italiane con le piattaforme per la didattica digitale, serviranno a supervisionare alcuni test di lingua e di matematica, migliorare l’apprendimento di alunne ed alunni e semplificare il lavoro del corpo docente.  

Lo strumento permette di generare compiti sulla base del materiale delle lezioni e sottoporli a studentesse e studenti, che sono guidati nello svolgimento dall’AI. Una volta consegnata la prova, il sistema raccoglie i dati sulle domande che creano più difficoltà e le gira agli insegnanti. A quel punto saranno i professori a personalizzare la didattica, suggerendo esercizi di ripasso a chi ha lacune e ritardi e al tempo stesso incrementando le capacità di chi dimostra potenzialità. (continua)

 

 


 

 

Vietata la caccia nel territorio su cui sorge la riserva naturale privata Geloi Wetland. L'area è stata riconosciuta come "Fondo chiuso" e i cacciatori non potranno sterminare la fauna selvatica tutto l'anno. 

È la casa di cicogne, aironi, rapaci e altre specie uniche, che potranno continuare a vivere in queste terre senza che i cacciatori violino questo delicato paradiso di biodiversità, un patrimonio naturale inestimabile.

La Geloi Wetland, riserva naturale privata della Piana di Gela, Sicilia, è ora un fondo chiuso, dove la caccia è vietata. A renderlo noto è l’associazione Centro di Educazione Ambientale (CEA) ODV, l’ente che gestisce la riserva.

Il riconoscimento è arrivato ufficialmente dalla Regione Sicilia, ai sensi dell’art. 24 della Legge Regionale n. 33 del 1 settembre 1997, a seguito delle ispezioni effettuate dall’Unità Operativa 1 – Affari generali e coordinamento delle attività finanziarie – Ripartizione faunistica venatoria.

Chiunque violi il divieto, esercitando la caccia nella riserva a fondo chiuso rischia una sanzione amministrativa da euro 206 a euro 1.239 e, nei casi più gravi come la recidiva, sanzioni penali con multe fino a euro 2.065 o reclusione fino a sei mesi.

Il passo appena compiuto, accolto con grande gioia dallo staff di CEA ODV, rende oltre 150 ettari una superficie senza caccia, una zona di silenzio venatorio dove raggiungere gli obiettivi del Piano di Gestione della ZPS, in cui rientra la Piana di Gela, applicando la Direttiva Europea “Uccelli”.

La Geloi Wetland nasce infatti nel 2017 come progetto della no-profit Stiftung Pro Artenvielfalt per preservare questi habitat di straordinaria importanza ecologica, in cui è distribuita una ricchissima fauna.

  


  

Incendi boschivi, arriva la flotta di aerei europei

L’Europa presenta RescEU, flotta di 12 nuovi aerei anfibi antincendio, che saranno utilizzati nel momento in cui si dovrà far fronte ad un’emergenza legata agli incendi boschivi, on un problema per il quale bisogna, in sostanza, elaborare una risposta che sia efficace e che produca nei fatti dei risultati apprezzabili, in modo da non deturpare la natura.

 

A causa del cambiamento climatico, gli incendi boschivi sono una delle problematiche che bisogna affrontare nel miglior modo possibile, in modo da tutelare la natura. Nel 2024, inoltre, il Sistema Europeo di Informazione sugli Incendi Boschivi ha fornito la panoramica in merito a queste emergenze, legate – in sostanza – alle ondate di calore e alla siccità prolungate che, nei fatti, hanno provocato il danneggiamento di 504.002 ettari di terreno, che equivalgono a due volte la superficie occupata dal Lussemburgo. 

La Commissione europea, dunque, ha scelto di monitorare e gestire le foreste e i suoli in modo da ridurre i rischi. Nel 2025 e infatti sarà introdotto il servizio satellitare di avviso di emergenza di Galileo. Ideata anche una flotta di aerei, grazie all’accordo con la Canadian Commercial Corporation, che faranno parte del progetto RescEU, In tal modo, dunque, saranno dispiegati risorse e personale, in modo da rispondere prontamente agli incendi boschivi in tutta Europa.

Il numero di incendi registrati nel 2024

Nello specifico, in Italia nel corso di dell’anno corrente, sono 355 gli incendi nei boschi e 37.000 gli ettari completamente bruciati.

C’è – poi – la Romania con 266 episodi, la Spagna con 193, la Francia con 152, la Bulgaria invece con 118 e il Portogallo con 67. Infine c’è la Grecia con 66 incendi boschivi. Infine, in Italia tra il 2006 e il 2023, contiamo 290 emergenze: un dato molto alto, nonostante tutti i progetti che sono stati attivati al fine di prevenirli e di conseguenza contrastarli. 


 

 

 

 

 Soluzioni in diverse città per creare un binomio perfetto tra turismo e gestione dei rifiuti

 

Il binomio “turismo” e “rifiuti” è divenuto un tema ricorrente nel dibattito pubblico, spesso associato alla problematica dei rifiuti non adeguatamente smaltiti lasciati dai turisti nelle aree urbane. Alcune città si stanno imponendo come esempi positivi, promuovendo pratiche sostenibili. Il fenomeno dell’overtourism, caratterizzato da una massiccia affluenza turistica, si è intensificato grazie alla digitalizzazione dell’offerta turistica e ai voli low-cost. Questo sovraffollamento ha un impatto negativo sull’ambiente urbano, causando accumuli di rifiuti e malcontento tra i residenti. Già negli anni Ottanta, il ricercatore Jost Krippendorf, professore di economia del turismo all’Università di Berna, aveva anticipato i problemi derivanti dalla sovrappopolazione turistica e dal conseguente inquinamento. Krippendorf aveva introdotto il concetto di “carrying capacity”, ovvero la capacità di un territorio di sostenere l’impatto turistico senza subire danni.

Secondo l’Organizzazione Mondiale del Turismo, entro il 2030, il numero di turisti a livello mondiale supererà i due miliardi, portando inevitabilmente a un aumento dell’inquinamento. Uno degli aspetti più evidenti è l’incremento dei rifiuti, spesso non smaltiti correttamente.

Le soluzioni a sostegno dell’ambiente

Il gruppo italiano Demoscopika ha intrapreso una mappatura sperimentale per valutare l’impatto del turismo sulle città italiane, considerando variabili come la densità turistica e la quantità di rifiuti urbani legati al turismo (QRUT). Alcune amministrazioni hanno iniziato a educare i turisti sulla corretta gestione dei rifiuti. (continua)

  


 

Idrogeno verde

L’idrogeno verde prodotto direttamente potrà rispondere alle esigenze di trasporto nelle isole 

Ilaria Rosella Pagliaro

 

sta emergendo come una potenziale soluzione significativa per la decarbonizzazione del settore dei trasporti. Tuttavia, nuovi studi sull’efficienza energetica indicano che il suo impiego dovrebbe essere mirato ai trasporti pesanti su strada, ferrovia, aviazione e marittimo, come evidenziato da una ricerca dell’Università del Michigan. L’idrogeno verde viene prodotto attraverso l’elettrolisi utilizzando energia rinnovabile per dividere l’acqua in idrogeno e ossigeno. Questo idrogeno può essere impiegato direttamente o trasformato in carburanti sintetici, noti anche come e-fuels, per ridurre le emissioni di carbonio nei trasporti stradali, ferroviari, marittimi e aerei. Il settore dei trasporti è responsabile di circa il 22% delle emissioni globali di anidride carbonica da combustibili fossili e del 37% di quelle statunitensi. Per mitigare i cambiamenti climatici, è quindi fondamentale decarbonizzare sia i trasporti passeggeri che quelli merci, secondo i ricercatori. Essi hanno calcolato l’efficienza energetica totale del sistema nell’uso diretto dell’idrogeno o indiretto tramite e-fuels per alimentare aerei, treni, automobili e navi. L’efficienza del sistema energetico misura l’energia utilizzata per muovere le ruote per i trasporti terrestri e la spinta per aerei e navi rispetto all’energia elettrica rinnovabile totale investita. I ricercatori dell’Università del Michigan hanno considerato sia l’uso diretto dell’idrogeno in motori o celle a combustibile, sia l’uso indiretto in forma di e-fuels come e-benzina, e-diesel, e-jet fuel, e-metanolo e e-ammoniaca. Confrontando questi utilizzi con le opzioni elettriche a batteria, hanno scoperto che le inefficienze del sistema durante la produzione, lo stoccaggio, il trasporto, la distribuzione e l’uso dell’idrogeno o degli e-fuels portano a una perdita di circa l’80%-90% dell’energia elettrica iniziale. Al contrario, i trasporti alimentati elettricamente risultano da tre a otto volte più efficienti rispetto all’uso diretto dell’idrogeno o degli e-fuels. I risultati sono statu pubblicati sulla rivista Joule. (continua)

 

 


 

 

 

faglie in scorrimento

Un sistema di faglie allontana la Calabria dalla Sicilia: lo studio che mette (di nuovo) in dubbio il ponte sullo Stretto di Messina

Uno studio del CNR ha rivelato un sistema di faglie che sta causando un allontanamento della Calabria dalla Sicilia, con la presenza di rilievi sottomarini. Un recente studio condotto dal Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR) ha rivelato che un sistema di faglie nel mar Ionio meridionale sta causando un lento allontanamento della Calabria dalla Sicilia, con la conseguente subsidenza della crosta terrestre al largo dello Stretto di Messina.

Questa scoperta è emersa dalla campagna oceanografica “Sirene”, realizzata dalla nave Gaia Blu, e ha messo in luce la presenza di rilievi sottomarini allineati lungo profonde fratture del fondale marino. I ricercatori hanno identificato due tipologie principali di strutture: i diapiri, che consistono in sedimenti provenienti da profondità significative, e i vulcani di fango, che si formano quando materiali profondi risalgono verso la superficie accompagnati da fluidi e gas, provocando talvolta vere e proprie eruzioni. Le immagini sonar raccolte durante la campagna hanno rivelato dettagliati aspetti morfologici di questi rilievi, indicando attività tettonica ed eruttiva recente. La coordinatrice della campagna, Alina Polonia, ha sottolineato come alcuni vulcani mostrino forme coniche perfette, mentre altri presentano configurazioni sub-circolari e allungate, spesso associate a frane sottomarine.

 

Come tutto ciò influenzerebbe la costruzione del ponte sullo Stretto di Messina

L’obiettivo della ricerca è approfondire la natura e l’origine dei materiali risalenti lungo queste faglie, cercando di comprendere come tali processi influenzino la sismicità in una delle zone più attive d’Europa. Queste scoperte sono particolarmente importanti in questo momento viste le discussioni sulla costruzione del ponte sullo Stretto di Messina, il costosissimo progetto stimato intorno ai 14 miliardi di euro.

Tuttavia l’evidenza scientifica suggerisce che il contesto geologico rende l’idea di un collegamento fisico tra Calabria e Sicilia potenzialmente rischiosa e inutile, considerando l’allontanamento progressivo delle due regioni. La società incaricata del progetto del ponte ha cercato di minimizzare le scoperte del CNR, sostenendo che il movimento dei blocchi crostali sia marginale e già contemplato nel progetto definitivo. Gli scienziati, pur chiedendo un approccio maggiormente prudente sul tema, hanno comunque precisato che i risultati preliminari necessitano di ulteriori verifiche, con campioni di sedimenti e rocce che saranno analizzati nei prossimi mesi per comprendere meglio la dinamica delle faglie e il loro impatto sismico.

 

 

 


 

cannabis

Che cosa comporta il nuovo emendamento sulla cannabis?

 

A cura di Maria Cristina Valsecchi 

01 agosto 2024

In Italia sono vietati la produzione, la lavorazione, il traffico, la detenzione e l’impiego di foglie, infiorescenze, olio e resina di cannabis e delle preparazioni che li contengono, in forza del Testo unico sugli stupefacenti del 1990.
Eccezioni a questo divieto riguardano la cannabis per uso terapeutico e la cosiddetta cannabis light.

La cannabis light è quella definita dalla legge 242 del 2016, che consente la coltivazione e la lavorazione della cannabis sativa per produrre alimenti, cosmetici, materie prime per l’industria, per svolgere attività didattiche o di ricerca e come pianta ornamentale, a condizione che il contenuto di THC dei suoi derivati commercializzati sia non superiore allo 0,2%, con un margine di tolleranza inferiore allo 0,6%.
Benché la legge non autorizzi la produzione e la vendita di derivati della cannabis ad uso di fumo o inalazione, a seguito della sua approvazione si è sviluppato in Italia un mercato legale di prodotti a basso contenuto di THC che vengono di fatto utilizzati anche tale scopo.

Su questo mercato inciderà un emendamento proposto dal Governo al Disegno di Legge sulla sicurezza pubblica, che ha appena superato l’esame delle Commissioni Affari Costituzionali e Giustizia della Camera. Il Disegno di Legge sarà quindi sottoposto al voto dell’aula. Questo emendamento non introduce nuovi divieti, ma ribadisce quelli già previsti dalla normativa in vigore, eliminando la zona grigia che oggi consente di vendere infiorescenze e resina di cannabis light usate di fatto a scopo ricreativo.

L’emendamento non riguarda invece la coltivazione, lavorazione e vendita della cannabis per uso medico, che è consentita in virtù dell’articolo 72 del Testo unico sugli stupefacenti del 1990: “È consentito l'uso terapeutico di preparati medicinali a base di sostanze stupefacenti o psicotrope, debitamente prescritti secondo le necessità di cura in relazione alle particolari condizioni patologiche del soggetto”. Spetta al Ministero della Salute autorizzare la coltivazione delle piante di cannabis da utilizzare per la produzione di medicinali, la loro importazione, esportazione, distribuzione e mantenimento di scorte.

Nel corso degli ultimi anni, l’AIFA ha autorizzato la vendita nel nostro Paese di alcuni medicinali che contengono principi attivi derivati dalla cannabis e nel 2016 Ministero della Salute ha autorizzato lo Stabilimento Chimico Farmaceutico Militare di Firenze a coltivare e lavorare le piante per uso medico.

Fatti, idee e punti di vista .....

 

 


 


perdita menoria

 La sorprendente causa della perdita di memoria

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Vi è mai capitato di entrare in una stanza e di dimenticare cosa eravate venuti a fare?

O di non ricordare una parola nel bel mezzo di una conversazione?

O faticate a ricordare il nome di qualcuno? O i nomi di strade familiari? O se avete preso correttamente le vostre medicine quel giorno?

Per molte persone anziane, invecchiare significa avere sempre di più questi momenti frustranti...

Tuttavia, contrariamente a quanto si potrebbe pensare, la perdita di memoria NON è una parte normale dell'invecchiamento.

La vera causa di dimenticanze e vuoti di memoria?

È QUESTA.

 

 


  

 

L’India è il più grande inquinatore di plastica al mondo: è responsabile di quasi un quinto delle emissioni globali 

Sono gigantesche, "babeliche" montagne. Fatte di rifiuti. Di giganteschi ammassi di spazzatura. Tormentati da uccelli, mosche, parassiti, visitate dalle mucche. Le discariche, situate nei quartieri di Ghazipur, Bhalswa e Okhla della capitale indiana New Delhi, che possono raggiungere anche i 60 metri di altezza, sono “cupi monumenti al fallimento della città nell'affrontare il crescente problema dei rifiuti e dell’inquinamento”. Un fallimento che deborda dalla capitale indiana e stringe l’intero gigante asiatico. Incastrata in uno sviluppo tumultuoso che però non oblitera sacche di spaventosa arretratezza, l’India è costretta a indossare una nuova maglia nera. Il Paese più popoloso al mondo è anche il più grande inquinatore per le emissioni di plastica, responsabile di quasi un quinto delle emissioni globali di plastica. 

A denunciarlo uno studio, pubblicato sulla rivista scientifica Nature condotto dai ricercatori dell'Università di Leeds in Gran Bretagna. Dei 50,2 milioni di tonnellate di plastica emesse nell’ambiente ogni anno, l'India ne ha rappresentate ben 9,3 milioni. Una massa che potrebbe riempire 604 Taj Mahals. "La quantità di rifiuti solidi urbani bruciati in India equivale a quella delle quattro nazioni con il più alto tasso di combustione dei rifiuti: Nigeria (3,5 milioni) Indonesia (3,4), Cina (2,8) e Russia (1,7)", ha detto a This Week in Asia Ed Cook, uno dei ricercatori.

Il raffronto con l’altro gigante asiatico è impietoso. Se la Cina per anni è stata tra i Paesi più inquinanti, ha però intrapreso un processo virtuoso di abbattimento delle emissioni di plastica. "La Cina – spiegano gli autori dello studio - ha investito molto nella raccolta e nel trattamento dei rifiuti

  


 

 

pista da sci artificiale

La nuova pista da sci indoor più grande al mondo apre in Cina (nel bel mezzo di un’ondata di caldo estremo)

Nonostante le temperature record di quest'estate in Cina, Shanghai ha inaugurato il più grande complesso sciistico indoor del mondo. Lo Snow World, che si estende su oltre 90.000 metri quadrati, è la più grande struttura al coperto per lo sci su neve vera al mondo e ospita circa 20 attività di intrattenimento a tema neve. Le solite mega infrastrutture fatte per compiacersi ma di cui nessuno ha effettivamente bisogno. Mentre è SOS neve ovunque, la Cina crea una stazione sciistica al chiuso, già riconosciuta dal Guinness World Records come “la più grande del mondo”. Dopo un mese di prova, infatti, apre i battenti lo Shanghai lo L+Snow Indoor Skiing Theme Resort, un enorme complesso sciistico al coperto. Con una superficie di più di 98mila metri quadrati, lo Snow World ha tre piste da sci professionali la cui lunghezza totale è di circa 1.200 metri. Inoltre, è dotato di una grande area di intrattenimento sulla neve, che non farà mancare ai visitatori diverse attività ricreative. Ma non solo sci: il super mega complesso ha anche un parco acquatico, ristoranti, negozi e hotel. Una serie illimitata di cose ultraumane di cui Shanghai (e il resto del mondo) proprio non aveva bisogno.

Leggi anche: Nel futuro avremo sempre meno neve sulle nostre montagne (e a nulla serviranno i cannoni per continuare a sciare)


 

 

10 anni di Classroom: cosa abbiamo imparato e cosa ci aspetta

 

Nel 2014, un team di Googler (molti dei quali erano ex insegnanti) ha lanciato Google Classroom come una sorta di "centro di controllo missione" per gli insegnanti. Grazie a un ciclo di feedback continuo con le scuole attraverso il programma pilota di Google for Education, Classroom si è trasformato da semplice strumento di distribuzione dei compiti in un punto di riferimento centrale che consente alle scuole di avere un impatto significativo sull'apprendimento e di consolidare la propria offerta tecnologica su Workspace for Education.

 

Google Classroom aiuta gli istituti di tutto il mondo

Negli ultimi 10 anni, il team di Classroom ha apportato più di 800 aggiornamenti al prodotto per trasformarlo in uno strumento di insegnamento e apprendimento adatto a qualsiasi scuola, dalle modifiche all'usabilità alle nuove funzionalità che rivoluzionano il modo in cui gli studenti di tutto il mondo imparano. Per il futuro, ci stiamo evolvendo per aiutare i leader e gli insegnanti non solo a risparmiare tempo, ma anche a creare più tempo libero, soprattutto con l'aiuto dell’AI, amplificando il loro apporto ai progressi significativi degli studenti.


 

 

Crescono le rinnovabili, ma senza la riduzione dei consumi dei combustibili fossili

Schizofrenie energetiche

Michele Mauri 

 

Sono stati da poco pubblicati i risultati del Peoples’ Climate Vote 2024 (scarica qui il documento), un’interessante indagine condotta per capire qual è l’impatto del cambiamento climatico sulla gente comune. Sono state intervistate oltre 73.000 persone in 77 Paesi, in rappresentanza dell’87% della popolazione mondiale.

Il sondaggio, condotto da GeoPoll per conto dell’UNDP, la principale organizzazione delle Nazioni Unite che lotta per porre fine all’ingiustizia della povertà e della disuguaglianza, è stato poi elaborato da analisti dell’Università di Oxford, che hanno ponderato i dati per creare stime rappresentative dell’opinione pubblica. Gli esiti arrivano in un momento cruciale. Nell’ultimo anno, i principali organismi scientifici hanno avvertito che il cambiamento climatico sta accelerando più rapidamente del previsto. Molti Paesi si sono dovuti confrontare con i peggiori eventi meteorologici estremi verificatisi fino ad oggi: dagli incendi in Canada che hanno coperto di fumo la costa orientale del Nord America per settimane alla tempesta Daniel in Grecia, Bulgaria, Turchia e Libia, fino al ciclone tropicale Freddy, il più longevo mai registrato che ha colpito Mozambico e Madagascar. Senza dimenticare che il 2025 segnerà il decimo anniversario dell’Accordo di Parigi e i governi inizieranno ad aggiornare i loro piani d’azione per il clima. (continua)

 


 

Bici elettrica ad elevata autonomia

Daniela Caruso 12 Luglio 2024 

 

L’importanza della bicicletta elettrica in Africa si manifesta in vari modi che riguardano lo sviluppo sostenibile e la mobilità urbana. Tali veicoli mettono a disposizione una soluzione pratica ai problemi di accesso che molte comunità africane affrontano quotidianamente. Con infrastrutture stradali spesso inadeguate e distanze importanti da percorrere, soprattutto nelle aree rurali, le biciclette elettriche facilitano l’accesso a educazione, lavoro e assistenza sanitaria in modo più efficiente rispetto alle biciclette tradizionali. Per questo motivo, la bici elettrica ideata dall’imprenditrice Valerie Labi può fare la differenza, un’innovativa imprenditrice ghanese, ha ideato una bicicletta elettrica capace di cambiare il modo di muoversi nel suo Paese.

 

Attraverso la sua azienda, Wahu!, Valerie ha sviluppato un modello unico di bicicletta che è trasformato in elettrico attraverso l’installazione manuale di una batteria speciale. Questa batteria permette una notevole autonomia di 128 chilometri per ogni carica, un traguardo molto importante per il settore. (continua

 

 


 

A.I.L'impatto ambientale tra energia e CO2

 

Tessa Gelisio   12-07-2024 - 06:00

 

Non è di certo un segreto: l’Intelligenza Artificiale è ormai entrata con prepotenza nelle nostre vite digitali, per rendere più semplici tante necessità quotidiane. E non bisogna pensare soltanto agli strumenti in grado di generare autonomamente testi e immagini, ma anche delle piccole e “silenziose” funzionalità che da tempo arricchiscono i nostri smartphone, a partire dalla semplice gestione dei nostri appuntamenti o al miglioramento dei nostri selfie. Ma quanto ci costa tutta questa comodità, quale impatto ha sull’ambiente?Non è facile rendersene conto, ma ogni volta che ci avvaliamo dell’Intelligenza Artificiale, le nostre richieste vengono inoltrate a server remoti, che le elaborano per fornirci risultati sempre più precisi e mirati. E così sono nate numerose server-farm dove sono presenti migliaia e migliaia di computer, attivi 24 ore su 24, che consumano quindi energia e rilasciano grandi quantità di CO2. Un vero e proprio dramma per l’ambiente, ma come coniugare sviluppo tecnologico e sostenibilità ambientale? (continua)

 

 


 

Le guerre fanno male anche al clima

Le spese militari della NATO hanno prodotto oltre 230milioni di tonnellate di CO2 in un solo anno (è più del Qatar)

Secondo un nuovo rapporto, gli Stati membri avrebbero versato 1,34 trilioni di dollari nelle loro forze armate l'anno scorso, con un aumento di 126 miliardi di dollari rispetto al 2022

Sono tutti là, a Washington DC, i leader dei Paesi membri, a celebrare il 75° anniversario della NATO, incuranti del loro impatto ambientale. E non soltanto dell’occasione in sé, quanto di tutte le attività di guerra che si portano appresso: dagli aerei, che consumano enormi quantità di combustibili fossili, alle basi militari e agli hub logistici, passando per l’equipaggiamento militare, che deve essere utilizzato e mantenuto regolarmente per essere pronto al combattimento. Il che, ovvio, produce inquinamento.

Una spesa, quindi, quella militare, che sta aumentando di fatto la crisi climatica, producendo circa 233 milioni di tonnellate di gas serra, più inquinamento da riscaldamento del pianeta di alcuni interi Paesi, come Qatar o Colombia.

Leggi anche: Quanto ci costa la guerra? Stiamo spendendo più in armi che per la messa in sicurezza del territorio italiano

Sono i dati che emergono da un nuovo rapporto dei tre centri di ricerca Transnational institute, Tipping point North South e Stop wapenhandel, che rivela come i bilanci militari dei Paesi membri dell’Alleanza atlantica producano circa 233 milioni di tonnellate di gas serra ogni anno. (continua)


 

Rinnovabili: la Cina sta costruendo il doppio degli impianti eolici e solari rispetto al resto del mondo messo insieme.

 

La Cina sta costruendo il doppio dell'energia eolica e solare rispetto al resto del mondo messo insieme. Questo rapido sviluppo avvicina l'obiettivo globale di triplicare l'energia rinnovabile entro il 2030. Tuttavia, deve affrontare sfide significative, tra cui la dipendenza dal carbone e la necessità di migliori tecnologie di stoccaggio. La Cina ospita quasi due terzi dei progetti di energia solare ed eolica su scala industriale in costruzione nel mondo. È quanto emerge dallo studio pubblicato da Global Energy Monitor, dal titolo piuttosto esplicativo “La Cina continua a guidare nel settore eolico e solare, con una capacità in costruzione doppia rispetto al resto del mondo messo insieme“. Secondo lo studio, attualmente ci sarebbero in Cina circa 339 gigawatt (GW) di capacità rinnovabile in costruzione: 159 GW di energia eolica e 180 GW di energia solare. Questa cifra è quasi il doppio di quella del resto del mondo messo insieme, ponendo la Cina al primo posto, seguita dal Brasile con appena 13 GW in costruzione e dagli Stati Uniti, che con 50 GW in costruzione si posizionano al terzo posto. (continua)

  


 

"Fieri di pagare"

Davos: lettera di 250 miliardari: "Vogliamo essere tassati 

Sono in 250, hanno soldi a bizzeffe ma si sono esposti in primo piano - almeno apparentemente, "a fin di bene" - per "essere tassati". "La nostra richiesta è semplice: vi chiediamo di tassare noi, i più ricchi della società", si legge in una lettera aperta ai leader mondiali e pubblicata dal Guardian.  "Ciò non modifichera' radicalmente il nostro tenore di vita, nè priverà i nostri figli, nè danneggerà la crescita economica delle nostre nazioni.  Ma trasformerà la ricchezza privata estrema e improduttiva in un investimento per il nostro futuro democratico comune".

I "ricconi" firmatari dell'appello
Tra i firmatari provenienti da 17 paesi figurano l'erede della Disney, Abigail, e poi Brian Cox che interpretava il miliardario immaginario Logan Roy in "Succession", la serie pluripremiata agli Emmy di ieri.

E poi ancora, l'attore e sceneggiatore Simon Pegg e Valerie Rockefeller (erede della dinastia statunitense). (continua)


 

 

 Un drone per moditorare i cetacei

L'Europa premia la guardia costiera italiana e il progetto per la tutela dei cetacei condotto con l'Istituto Thethys

 

ll progetto “Eye in the Sky”, che Tethys ha condotto per due anni consecutivi in collaborazione con la Guardia Costiera, è stato insignito del prestigioso Premio europeo per la Greening Award Initiative.

L’idea centrale del progetto è di monitorare balene, delfini e altri grandi vertebrati marini con modalità del tutto innovative, mediante un drone ad ala fissa a lunga percorrenza. Il Premio nella categoria “Stewartship of the Seas” ha riconosciuto gli eccezionali contributi della Guardia Costiera e il suo ruolo determinante per la protezione, promozione e ricerca anche in campo ambientale. 

“Eye in the Sky” è condotto nel Santuario Pelagos, un tratto di mare compreso nel territorio francese, monegasco e italiano, classificato come Area Specialmente Protetta di Interesse Mediterraneo (ASPIM). Utilizzando il servizio RPAS (Remotely Piloted Aircraft Systems Services) fornito dall’EMSA (Agenzia Europea per la Sicurezza Marittima), la Guardia Costiera ha ampliato le sue tradizionali attività marittime di monitoraggio e sorveglianza, di ricerca e salvataggio e protezione ambientale, con l’obiettivo di valutare, insieme all’Istituto Tethys, il potenziale utilizzo di grandi droni per il monitoraggio dei cetacei. (continua)


 

Meiofauna abissale

 

La meiofauna è costituita da piccoli organismi di dimensioni inferiori al millimetro che si annidano nei sedimenti marini dei 5 oceani. Combinando immagini 3D ad alta risoluzione e intelligenza artificiale, il progetto Meiodyssea condotto dagli scienziati dell’Ifremer, in collaborazione con i team del Jamstec in Giappone, del Naturalis Biodiversity Center nei Paesi Bassi e del Museo di Storia Naturale di Senckenberg in Germania, sta affrontando la sfida di descrivere da 125 a 200 nuove specie di meiofauna ed è finanziato dalla Sasakawa Peace Foundation.

Il progetto Meiodyssea mira a colmare le nostre lacune di conoscenza sulla diversità, l’ecologia e la storia evolutiva della fauna marina invisibile, per facilitare la conservazione degli ecosistemi marini vulnerabili.  Il progetto si distingue per il metodo sviluppato e per il numero di campioni di sedimenti, già esistenti o da raccogliere durante future campagne oceanografiche, che verranno analizzati. I campioni proverranno da 1.437 siti in tutto il mondo e il database che verrà realizzato coprirà tutti gli ambienti marini, dalla costa al mare aperto, comprese le pianure abissali e le trincee adriatiche, da profondità di pochi centimetri a oltre 6.000 metri, nel cuore delle acque polari e dei mari tropicali. Anche sulle spiagge più conosciute, in media il 50% delle specie campionate sono nuove. E in alcuni ecosistemi ancora relativamente inesplorati, come le profondità marine, il 90% della meiofauna osservata non è stata finora descritta. «Con le 125-200 nuove specie che saranno descritte nel corso del progetto, aumenteremo di circa 1/5 il numero di nuove specie di meiofauna descritte ogni anno nel mondo. Questo ci aiuterà a comprendere meglio il ruolo di queste specie, invisibili all’occhio, nella dinamica degli ecosistemi marini» spiega Daniela Zeppilli, responsabile del progetto Meiodyssea e direttrice del laboratorio di ambiente profondo dell’Ifremer. (continua)

 

 


 

Le temperature elevatissime nella laguna di Orbetello stanno provocando grande sofferenza all’ecosistema con morie di pesci e un incremento di macchie anossiche

La laguna di Orbetello, in provincia di Grosseto, sta affrontando un periodo di grande stress ambientale a causa delle elevate temperature estive. Il sindaco di Orbetello, Andrea Casamenti, ha recentemente segnalato via social un incremento delle macchie anossiche, particolarmente estese nella zona di ponente e in misura minore a Levante.

Queste condizioni hanno portato a una significativa moria di pesci, una situazione che si ripete ogni estate da otto anni. Il primo cittadino ha sottolineato l’importanza del monitoraggio continuo della laguna, con un comitato scientifico che si riunirà domani per valutare e discutere la situazione. Sarà incaricato di controllare attentamente lo stato della laguna per tutta la settimana, in un tentativo di mitigare gli effetti del caldo e prevenire ulteriori danni alla fauna ittica e all’ecosistema. A fargli eco è stato il consigliere delegato alla Laguna Roberto Berardi che ha spiegato come siano stati giorni complicati per la Laguna. La situazione è costantemente monitorata anche attraverso riprese aeree per cui sono stati utilizzati dei droni, ma le temperature elevate hanno provocato l’esplosione della fioritura dell’alga valonia che contribuisce in modo importante ai fenomeni anossici.  (continua)

 


 

Il Comune di Orbetello, in provincia di Grosseto, deve fronteggiare un nuovo problema: ragni e ragnatele nella laguna come conseguenza all'invasione di moscerini senza precedenti che ha preso di mira la città toscana, rovinando l'estate di cittadini e turisti. Non bastavano i migliaia di Chironomidae, moscerini simili alle zanzare, che hanno preso d’assalto il Comune toscano di Orbetello nei mesi estivi, facendo fuggire a gambe levate i turisti e costringendo ristoratori e commercianti a chiudere anticipatamene i loro esercizi. Dopo i moscerini a Orbetello arrivano i ragni e sono tantissimi. La vegetazione della laguna si riconosce a stento. Gli arbusti sono ricoperti da quelli che sembrano fitti veli ma che in realtà sono impressionanti ragnatele. La laguna di Ponente appariva così nei giorni scorsi. 

Non si sa ancora quali specie siano responsabili di questa nuova invasione, ma si tratta senza dubbio di una risposta della natura all’esubero di moscerini che ha interessato Orbetello. Una risposta che però preoccupa e che potrebbe avere non solo ripercussioni pesanti sull’ecosistema lagunare.

In molti cittadini hanno già riferito di aver perso numerose piante, morte per colpa degli aracnidi e di avere paura di quello che potrebbe succedere. Ancora nessuna risposta è giunta però da parte del sindaco Andrea Casamenti e dell’amministrazione comunale sul da farsi. (continua)

  


  

La scuola di Putin evoca precedenti inquietanti 

Un approfondito e documentato articolo di Matteo Puglise, giornalista e collaboratore dell’ISPI (Istituto di Studi di Politica Internazionale), pubblicato sul periodico online Linkiesta (18 luglio 2024), offre una dettagliata informazione sulle più recenti misure di politica scolastica che sono state introdotte nella scuola russa, ispirate direttamente dal presidente Putin.

A partire dall’invasione dell’Ucraina del 2022 il tradizionale indottrinamento degli studenti coinvolge ormai anche i bambini. A partire dal settembre di quell’anno è stata infatti introdotta a scuola un’ora settimanale chiamata “conversazioni sulle cose importanti”, scrive Pugliese, “in cui vengono esaltati i valori tradizionali e l’ideologia russa in contrapposizione con l’Occidente, ritenuto decadente per i diritti civili, il femminismo e le libertà di espressione”.

I programmi scolastici dei ragazzi più grandi, già intrisi di nazionalismo, sono stati ulteriormente militarizzati con l’introduzione nel 2023 di un corso sull’uso del fucile Kalashnikov, mentre nei primi anni delle superiori e all’università vengono insegnati anche fondamenti di “guerra psicologica e informativa” con l’intervento di rappresentanti del regime che giustificano l’impiego della disinformazione presentandola come una legittima arma di destabilizzazione dell’Occidente. (continua)


 

Il gruppo ambientalista Ecoagents dell’Ecuador ha lanciato un appello urgente al governo cinese affinché interrompa la pratica di scaricare rifiuti nelle acque vicino alle Isole Galapagos. Questa richiesta arriva in risposta ai crescenti problemi di inquinamento marino che minacciano la biodiversità unica dell’arcipelago ecuadoriano.

Secondo Ecoagents, ogni anno circa 160 tonnellate di plastica vengono raccolte lungo le coste delle Galapagos, e una parte significativa di questi rifiuti proviene dalle imbarcazioni della flotta peschereccia cinese. Questi rifiuti vengono trasportati dalla corrente di Humboldt, che si sposta lungo la costa sudamericana, fino a raggiungere le isole, dove causano gravi danni all’ecosistema marino.

La situazione è diventata così critica che il collettivo ambientalista ha organizzato una protesta a Quito, culminata in un sit-in davanti all’ambasciata cinese. Durante l’evento, hanno presentato una petizione al governo cinese chiedendo interventi concreti per ridurre l’inquinamento da plastica causato dalle navi pescherecce. (continua)


 

 

Mythos

Svelato Mytho, il gene della giovinezza: scoperta rivoluzionaria

Un gruppo di ricercatori internazionali, guidati dall’Università di Padova, ha individuato Mytho, il gene della longevità.

Una scoperta rivoluzionaria che combatte l’invecchiamento e apre le porte alla longevità: un team di ricercatori internazionali guidato dall’Università di Padova ha identificato il gene Mytho, inedito alleato nella lotta all’invecchiamento.

Mytho, il gene della longevità. Mytho, finora sconosciuto, è risultato essere presente in diverse specie animali e svolge un ruolo fondamentale nel garantire un buono stato di salute nel corso del tempo. Questa scoperta assume un’importanza fondamentale in un’epoca caratterizzata da un aumento della longevità: ha l’obiettivo di ridurre le spese sanitarie, ma anche e soprattutto di migliorare la qualità della vita nella terza età. 

La ricerca, durata ben nove anni, è stata pubblicata sulla rivista medica Journal of Clinical Investigation. Un team di scienziati di fama internazionale, provenienti da vari istituti di ricerca, ha collaborato al progetto, finanziato in parte con fondi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR).

Il percorso è iniziato con un’analisi informatica volta a identificare geni sconosciuti nel genoma umano. Tra i vari candidati, Mytho aveva una più elevata conservazione tra diverse specie animali. Attraverso ingegneria genetica, i ricercatori hanno dimostrato il ruolo chiave di Mytho: la sua inibizione, infatti, accelera l’invecchiamento cellulare e accorcia la vita, mentre la sua attivazione favorisce la longevità e la salute. (continua)

 

 


 

 

era ora!

Multati turisti americani che sfrecciavano con le moto d’acqua nella meravigliosa (e protetta) Cala Brandinchi

 

Rebecca Manzi Rebecca Manzi Pubblicato il 01/08/2024

Nuovo esempio di turismo incivile in Sardegna, con due vacanzieri che hanno deciso di lanciare le loro moto d’acqua nell’Area Marina Protetta di Tavolara Capo Coda Cavallo

 

Due turisti americani sono stati multati per un totale di 708 euro (354 euro a testa) dopo aver violato le normative ambientali all’interno dell’Area Marina Protetta di Tavolara Capo Coda Cavallo vicino Olbia, in provincia di Sassari.

Il reato ambientale di cui si sono resi colpevoli è avvenuto il 29 luglio quando i due vacanzieri, a bordo di uno yacht di lusso, hanno lanciato le loro moto d’acqua in acqua a tutta velocità davanti alla spiaggia di Cala Brandinchi, situata tra Punta Aldia e Isola Rossa.

La loro azione ha immediatamente attirato l’attenzione dei bagnanti che hanno immediatamente chiamato le autorità locali. Il personale del Corpo Forestale di La Caletta, in servizio di vigilanza marittima, è intervenuto prontamente per fermare i due turisti e identificarli. (continua)

 

 

 


 

Buono, pulito e giusto: la missione di Slow Food e la sfida del settore agricolo

In un’era in cui la sostenibilità e la giustizia alimentare acquistano sempre più importanza, il movimento Slow Food funge, dunque, da punto di riferimento per un approccio consapevole ed etico alla nutrizione. Recentemente, ha trovato un punto di incontro con le proteste degli agricoltori, che chiedono equità e sostenibilità nel settore. Slow Food, dunque, è un alleato importante, al fine di promuovere la valorizzazione delle produzioni locali, la biodiversità e il rispetto per l’ambiente.

Che cos’è lo Slow Food?

Contrapposto al fast food, lo Slow Food si concentra sulla qualità e l’attenzione alle tradizioni alimentari. Fondato nel 1986, il movimento si impegna nella promozione di un cibo che sia buono (fresco e di stagione), pulito (prodotto senza inquinare) e giusto (rispettoso del lavoro dei produttori), in modo che lo stesso contribuisca ad un’alimentazione salutare e sostenibile.

 

Cibo italiano

Le recenti proteste agricole in Europa sottolineano una crescente frustrazione verso un modello agricolo che privilegia le grandi filiere industriali, che danneggia l’ambiente e la salute pubblica. (continua)


 

 

levitazione magnetica

L’Italia punta ai treni green con levitazione magnetica e ferrovie elettriche

L’Italia si impegna per un futuro ferroviario sostenibile con treni green elettrici e levitazione magnetica.

Con l’arrivo della primavera, le persone hanno sempre più voglia di viaggiare e il treno rimane uno dei mezzi preferiti dagli italiani. L’Italia – in tal senso – si sta affermando come leader mondiale nell’innovazione ferroviaria e nella sostenibilità grazie alle ferrovie elettriche e alla levitazione magnetica. Treni green in Italia con levitazione magnetica e ferrovie elettriche, proprio in questa stagione è stato inaugurato un nuovo tratto di ferrovia elettrica da Venezia-Mestre ad Adria, che ha come obiettivo quello di diventare un modello per il resto del Paese.

Non è tutto: l’Italia ha anche condotto la prima sperimentazione al mondo di un treno a levitazione magnetica, che promette di collegare Padova a Venezia. Questi progetti rispettano l’ambiente e, al contempo, pongono l’Italia in una posizione d’avanguardia per quel che concerne la tecnologia ferroviaria globale.

 (continua)