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Sui quotidiani e periodici gennaio 2024

# C.Marroni,Ripensare all’immigrazione come risorsa in un’era di glaciazione demografica # E.Dusi,“La mia vita tra i pinguini. E scavando nel ghiaccio torno indietro nel tempo” # V.Ardone,La scuola è un organo costituzionale deve essere uguale da Nord a Sud # L.Segre,Non ho parole per raccontare il lager nessuno in Italia ha mai chiesto scusa # S.Garattini,Fumo, dodici milioni di italiani a rischio # E.Dusi,Lo scienziato da record “Studio i segreti del cervello ma l’IA potrebbe svuotarlo” # E.Bruck,Cari studenti lasciate che il male muoia di fame # N.Mohammadi,L’apartheid di genere diventi crimine contro l’umanità Sosteniamo le donne # L.Imai Messina,Mia madre invisibile agli occhi # C.Saraceno,Si calpesta il diritto alla scuola # N.Oreskes,La scienza non esiste da sola.I ricercatori ascoltino le comunità # E.Morin,La resistenza dello spirito # P.Ferrario,Più istruzione per una pace duratura e lo sviluppo umano integrale per tutti # I.Dionigi,Perché bisogna tornare a scuola # E.Galli della Loggia,Il dibattito sulla scuola e la sfida dell’inclusione # E.Comelli,Verso soluzioni sostenibili dai segreti della fotosintesi # F.Taddia,Farli uscire dallo schermo è la nostra vera missione # L.Moia,Liceo Tasso occupato «Ma tocca agli adulti dare l’esempio» # V.D'Autilia,"Boom di casi anche tra i maschi fifinalmente si è superato un tabù" # N.Zancan,"Intelligenza artifificiale e ricordi del nonno Così ho creato lo scanner per il Parkinson" # F.de Bortoli,Ma in definitiva, che cosa è un buon lavoro? # S.Truzzi,La scuola è di tutti: pure e specialmente degli alunni fragili # F.M.d’Andrea,Cambiare paradigma mettendo al bando villania e arroganza # F.Cerati,Nel sistema immunitario la regia della memoria # G.Vallortigara,Curare il parkinson grazie a una scimmia # F.Irace,Nuovi racconti per storie naturali # A.Benini,UN’EPIDEMIA di superstizioni e pregiudizi # E.Galli della Loggia,La strana amnesia sulle mire di Tito # M.Balzano,Femminicidi, la sindrome degli annunci # F.Vespa,Con l'elefante Fritz tra metaverso e avatar # M.Bianco,Evviva il Museo di Scienze Naturali di Torino vi spiego perché riapre nel segno dell'oceano # P.Soldavini,La scuola apprende assieme all’intelligenza artificiale # P.Severino,Il lungo cammino (da completare) della parità di genere # G.Zagrebelsky,I pilastri su cui si basa la Costituzione # A.Rosina,Un cambio di passo necessario per i giovani # N.Bettazzi,Tra la meraviglia di coltivare l’impossibile # N.Gardini,Senti il pianeta: voci, cinguettii e rumori # B.Gallavotti,"Non c'è morale senza conoscenza scientififica Il sapere è un diritto da difendere, anche con l'Ai" # M.D’Ascenzo,«Le competenze Stem sono una rete di sicurezza per la carriera professionale» # G.Bignami,La mente dell’ape, un’esplosione di profumi e colori # M.Andreose,Salita sull’etna, paradisi e inferni # M.Erba,Scommettere sulla libertà dei figli con il rischio di «vederli da dietro» # M.Cacciari,Solo una visione sovranazionale può salvare le democrazie #


"Il Sole 24 Ore" - 30 gennaio 2024
Ripensare all’immigrazione come risorsa in un’era di glaciazione demografica
di Carlo Marroni

«Non possiamo più sprecare capitale umano». Forse non c’è un altro modo per sintetizzare con maggiore efficacia l’allarme demografico del Paese, una sfida che ancora non è del tutto percepita come tale, anche se la consapevolezza si sta facendo strada. Il futuro del Paese si gioca oggi, con scelte e decisioni «condivise, anche perché segneranno in modo diretto la traiettoria del Paese, delle imprese e delle istituzioni, dei territori e della nostra cultura».
Francesco Billari, professore di demografia e da un anno e mezzo Rettore dell’Università Bocconi di Milano, ha da poco pubblicato un saggio dal titolo Domani è oggi. Costruire il futuro con le lenti della demografia (Egea), nel quale fa emergere con chiarezza la drammaticità della situazione, usando l’immagine efficace del passaggio dalla “piramide” demografica alla “nave”, una rappresentazione grafica che mostra come oggi le fasce di età tra 50 e 60 anni siano diventate più numerose di quelle giovani.


"La Repubblica" - 29 gennaio 2024
“La mia vita tra i pinguini. E scavando nel ghiaccio torno indietro nel tempo”
di Elena Dusi
Carlo Barbante, direttore dell’Istituto di scienze polari del Cnr

Dev’essere stato quel pinguino.  «Avevo quattro anni, ero all’acquario di Trieste e lui mi diede un morso». Il mal d’Antartide è venuto forse così a Carlo Barbante, 60 anni, lo scienziato che legge nel ghiaccio il passato del pianeta. Da trent’anni fa il pendolare tra Polo Nord e Polo Sud, con tappe all’università di Venezia in cui insegna chimica e dove dirige l’Istituto di scienze polari del Cnr. «È come il mal d’Africa», descrive. «Ma mentre lì a colpirti è il pieno della vita, in Antartide è il vuoto. Ti senti piccolo. Ritrovi il tuo posto nell’enorme Terra che ti circonda».
Ai poli Barbante va con una missione precisa: estrarre carote di ghiaccio.
«All’inizio quando lo raccontavo restavano tutti in silenzio. Si chiedevano cosa facessi. Oggi con la crisi del clima il mio lavoro è diventato più familiare. Il ghiaccio profondo e antico conserva infatti la memoria del clima del passato».
Estraendo carote, cioè lunghi cilindri del diametro di 10 centimetri, si percorre a ritroso la storia del pianeta. Lì ci sono bolle di gas, polveri e sostanze chimiche intatte da millenni. C’è l’aria respirata dai primi Neanderthal e dai mammuth. Analizzarla è importante perché, mai come nello studio del clima, «nel nostro futuro c’è molto del nostro passato». È la frase con cui si apre il libro di Barbante Scritto nel ghiaccio .


“La Stampa” - 29 gennaio 2024
La scuola è un organo costituzionale deve essere uguale da Nord a Sud
di Viola Ardone
L'intervento

«La scuola è un organo costituzionale». A sostenerlo non è un fiero oppositore del governo o qualche vecchio professore romantico. Sono parole di Piero Calamandrei, tra i fondatori del Partito d'Azione e membro dell'Assemblea costituente. Le pronuncia in un discorso tenuto l'11 febbraio del 1950 in difesa della scuola pubblica nazionale, a riprova evidentemente di quanto la scuola pubblica abbia da sempre avuto bisogno di essere difesa. Immaginare una scuola non unitaria, secondo Calamandrei, equivale a immaginare un Parlamento, un governo, una magistratura non unitarie. Quindi uno Stato non unitario.


“La Stampa” - 28 gennaio 2024
Non ho parole per raccontare il lager nessuno in Italia ha mai chiesto scusa
di Liliana Segre
Un estratto dell’intervento di Liliana Segre, senatrice a vita e testimone della Shoah, intervistata ieri dal direttore del Tg La 7 Enrico Mentana all’Università Statale di Milano, che le ha conferito la laurea ad honorem in Scienze storiche.

Non ho mai detto tutto perché non c’è vocabolario che abbia le parole per dire la verità di quello che è stato. Non ci sono parole per dire che cosa succedeva nei lager. Io le parole non le ho mai trovate. Né io, né Primo Levi, né Elie Wiesel.  E non sono adatta a parlare del 27 gennaio perché chi ha passato quello che ho passato io non aspetta quella data per ricordarsene. Lo fa 365 giorni all’anno. E tutti i giorni possono essere uguali o diversi, ma quel luogo non si dimentica mai. Questa è la verità».


“La Stampa” - 28 gennaio 2024
Fumo, dodici milioni di italiani a rischio
di Silvio Garattini

Recenti studi hanno identificalo il fumo come fattore di rischio per ben 28 malattie, incluse malattie cardiovascolari, malattie della visione e artrite reumatoide. In Italia vi sono circa 12 milioni di fumatori, a partire dall'età di 15 anni, anche se sono molti di più considerando che si inizia a fumare prima di quell'età. Nessuno di fatto si occupa di loro anche se direttamente o indirettamente rappresentano uno degli attentati più importanti alla salute pubblica e privata. Anche per questo, è ancor più sorprendente che il Ministro dell'Agricoltura abbia recentemente espresso soddisfazione, riconoscenza e ringraziamenti alla multinazionale Philips Morris per aver donato 500 milioni di euro per la filiera del tabacco. C'è poco da essere soddisfatti se verrà aumentata la superficie di terreno per produrre veleno! L'Italia è già uno dei principali produttori fra i Paesi europei utilizzando circa 14.000 di ettari di terreno per produrre veleno anziché utilizzarlo per forestazioni o per la produzione di cibo, con notevole vantaggio per il clima.


"La Repubblica" - 27 gennaio 2024
Lo scienziato da record “Studio i segreti del cervello ma l’IA potrebbe svuotarlo”
di Elena Dusi
Maurizio Corbetta, l’italiano più citato negli studi accademici

Voleva fare il filosofo. E infatti studia il cervello. Spiega che quest’organo non riposa mai. Che i nostri quozienti intellettivi individuali sono scesi da quando cacciavamo nella savana.Che il libero arbitrio non esiste, o è più malleabile di quanto crediamo. Una delle risorse più preziose che abbiamo, infine, è l’attenzione, oggi sbocconcellata da mille pixel scintillanti.

Maurizio Corbetta, 63 anni, ha abbandonato i sogni di diventare ferroviere e poi filosofo per dirigere la clinica di Neurologia dell’università di Padova, dal 2016, dopo 28 anni negli Stati Uniti. Tra aule, letti d’ospedale e laboratorio, è membro dei Lincei ed è ai vertici dei ricercatori italiani più citati nella letteratura scientifica secondo la classifica Clarivate 2023.


"La Stampa” - 27 gennaio 2024
Cari studenti lasciate che il male muoia di fame
di Edith Bruck
“I frutti della memoria” a cura di Edith Bruck con Eugenio Murrali, La nave di Teseo.

Cari studenti, dopo tantissimi anni che mi mandate lettere, versi, disegni, sento il bisogno di rispondervi, di raccontare non il mio vissuto, che conoscete, e spero non dimenticherete mai, come me, ma la vostra promessa di portare avanti la testimonianza.

Sono in debito con voi per il mio silenzio su ciò che aveva significato per me il vostro ascolto, il vostro voler sapere, le vostre domande sia sulla mia povera infanzia in Ungheria, sia sulla persecuzione, i veti, le angherie, le violenze dei compagni di scuola stessi, avvelenati dalla propaganda nazifascista e dall'antisemitismo mai sradicato contro il popolo cui appartengo.

Non smettete di domandare di avere rapporti più stretti con i genitori e soprattutto i nonni, che hanno poca voce e spazio in questo mondo-famiglia separato da sé, super connesso e sconnesso. Non dimenticate neanche la natura maltrattata e offesa: la terra, l'acqua, l'aria sono fonti di vita e si difendono, si rivoltano e puniscono secondo il loro linguaggio.


“Corriere della Sera” - 26 gennaio 2024
L’apartheid di genere diventi crimine contro l’umanità Sosteniamo le donne
di Narges Mohammadi

Ad António Guterres, segretario generale dell’Onu, e agli onorevoli rappresentanti degli Stati membri delle Nazioni Unite, è venuto il momento di condannare uffcialmente l’apartheid di genere come crimine contro l’umanità.
Per decenni, le donne iraniane si sono scontrate con varie forme di discriminazione in base al sesso e al genere, istigate dal governo della Repubblica islamica. Sistematicamente e deliberatamente, l’Iran ha imposto la sottomissione delle donne con tutti gli strumenti e i poteri dello Stato, in particolare tramite le leggi, al fine di perpetuare la negazione dei diritti umani delle donne.


“la Repubblica” - 26 gennaio 2024
Mia madre invisibile agli occhi
di Laura Imai Messina

Quando le ero accanto, mia madre era sola. Anche se io le ero vicina, sull’autobus, a tavola, nella sala d’attesa d’una clinica, mia madre era sola. Lo era in tinello, in cucina, lo era quando camminavamo tornando da scuola e sapevo che l’essere a fianco a me o a mia sorella per lei non significava nulla. Era una donna in apnea, perché non si sentiva amata dall’unica persona da cui volesse essere amata. Spesso piangeva, più spesso commentava con voce piccola e ansiosa la violenza subìta, fatta non di corpo ma di assenza, incuria, frasi sgarbate, svilimento della sua
persona, isolamento forzato dalla famiglia d’origine, allontanamento dalle amicizie, esclusione dal lavoro che aveva sperato di riprendere un giorno ma che, con la nascita delle figlie, le era stato interdetto per sempre. Mi è sembrato per anni di tenere per mano mia madre, di dirle «Mamma, ci
sono io, anche se lui non ti ama, ci sono qua io».


“La Stampa” del 25 gennaio 2024
Si calpesta il diritto alla scuola
di Chiara Saraceno

Il diritto all'istruzione è un diritto costituzionale, sancito non solo all'art. 34, dove si parla di universalità, gratuità e obbligatorietà della scuola di base, e di sostegno ai «capaci e meritevoli» privi di mezzi. È sancito, indirettamente ma potentemente, dall'articolo 3, secondo comma, ove si
parla di rimozione degli ostacoli a pieno sviluppo della personalità, quindi del diritto ad accedere a risorse, anche, se non soprattutto, educative nei primi anni di vita in cui si gettano le basi, appunto, dello sviluppo della personalità e delle capacità. Compito della Repubblica, quindi, è assicurare pari opportunità nell'accesso alle risorse educative e di istruzione di qualità indipendentemente dalla famiglia in cui si nasce e dal luogo in cui si vive.


“Corriere della Sera” - 25 gennaio 2024
La scienza non esiste da sola I ricercatori ascoltino le comunità
di Naomi Oreskes

Che cosa possono o devono fare gli scienziati per guadagnarsi e mantenere la fiducia del pubblico? Qual è la responsabilità della scienza nel XXI secolo? Ho tre suggerimenti.
In primo luogo, credo che gli scienziati (e in realtà, tutti gli «esperti») farebbero bene a ripensare il modo in cui concepiscono la comunicazione. Quando gli scienziati parlano di «comunicazione», di solito pensano a rendere i loro messaggi più chiari, con un linguaggio semplice, una grafica più convincente o una «narrazione» più persuasiva. Sebbene questi approcci abbiano dei meriti, mancano di qualcosa di importante. La comunicazione è una strada a doppio senso, eppure le comunità scientifiche raramente creano forum in cui i partecipanti hanno l’opportunità di esprimere le proprie opinioni e preoccupazioni in modo sostanziale.


“la Repubblica” - 24 gennaio 2024
La resistenza dello spirito
di Edgar Morin

Se è mezzanotte nel secolo: quando Victor Serge pubblicò il libro che porta questo titolo nel 1939, l’anno del patto tedesco-sovietico e dello smembramento della Polonia, era davvero mezzanotte e una notte irrevocabile stava per addensarsi e prolungarsi per cinque anni.
Non è forse mezzanotte del nostro secolo? Sono in corso due guerre. La guerra in Ucraina ha già mobilitato gli aiuti economici e militari di una parte del mondo, con un conflitto che rischia di estendersi. La Russia non è riuscita ad annettersi l’Ucraina, ma resiste nelle regioni russofone già
separatiste. Le sanzioni hanno parzialmente indebolito la Russia, ma hanno anche stimolato il suo sviluppo scientifico e tecnico, soprattutto in campo militare. La guerra ha già avuto conseguenze di vasta portata: una maggiore autonomia a diversi livelli del Sud dall’Occidente e il rafforzamento di un blocco Russia-Cina.


“Avvenire” - 24 gennaio 2024
Più istruzione per una pace duratura e lo sviluppo umano integrale per tutti
di Paolo Ferrario

Istruzione come strumento per promuovere una pace duratura e lo sviluppo umano. È questo il tema scelto dall’Unesco per la sesta Giornata internazionale dell’educazione, che si celebra oggi in tutto il mondo. Una ricorrenza che cade proprio quando il pianeta è attraversato da una molteplicità di conflitti, che pregiudicano il diritto all’istruzione di milioni di bambini e ragazzi. Secondo l’Unicef, oltre 600 milioni di bambini in tutto il mondo «non riescono a raggiungere i livelli minimi di competenza in lettura e matematica, anche se due terzi di loro frequentano la scuola». Tra chi, invece, in classe non è più tornato, ci sono i 625mila studenti di Gaza che, dal 7 ottobre, «non hanno avuto accesso sicuro all’istruzione», ricorda l’Unicef. Che, tra le conseguenze della guerra in corso, inserisce anche «le 370 scuole della Striscia (il 75% del totale) danneggiate o distrutte con conseguenze per 432.571 studenti (52% ragazze) e 16.209 insegnanti. Circa il 90% degli edifici scolastici sono stati utilizzati come rifugi per sfollati interni o hanno subito danni, la cui gravità varia da lieve (128 scuole), moderata (110 scuole), grave (96 scuole) e distrutta (8 scuole)», conclude la nota dell’Unicef.


"La Repubblica" - 23 gennaio 2024
Perché bisogna tornare a scuola
di Ivano Dionigi
Ecco la lectio magistralis che l’autore terrà oggi alla Camera e che auspica una nuova centralità culturale dell’istituzione didattica

Tre voci andrebbero scolpite all’ingresso delle nostre scuole, università e istituzioni formative: interrogare, intelligere,invenire. Compito della scuola è abitare le domande, nella consapevolezza che l’ars interrogandi è più importante e decisiva dell’ars respondendi.
Il domandare non è forse «la pietà del pensiero» (Heidegger)? Dove sono finiti i perché interrogativi? Siamo sempre più circuìti e assediati da improvvisati e interessati venditori di perché causali. La scuola è il luogo naturale dove non solo conoscere l’origine, la storia e il futuro dei diversi saperi ma anche orientarci sulle domande penultime e ultime: il nostro posto nel mondo, il nostro disegno di vita, il nostro rapporto con la comunità, la nostra identità personale. Dove un giovane possa rispondere alla domanda, che Socrate pose un giorno a Gorgia e che Agostino poneva quotidianamente a se stesso, «Tu chi sei? (Tu quis es?)»; e chiedersi «dov’è la vita che abbiamo perduto vivendo? dov’è la sapienza che abbiamo perduto nella conoscenza? dov’è la conoscenza che abbiamo perduto nell’informazione? (T. S. Eliot)».


“Corriere della Sera” - 21 gennaio 2024
Il dibattito sulla scuola e la sfida dell’inclusione
di Ernesto Galli della Loggia

Quando si sbaglia è giusto ammetterlo. E io ho senz’altro sbagliato quando ho voluto racchiudere una questione complessa come il principio d’inclusione in vigore nella scuola italiana in pochissime righe in margine ad una breve recensione (vedi Corriere della Sera del 13 gennaio). Con il bel risultato di apparire agli occhi di molti lettori — diciamo eufemisticamente alquanto prevenuti — fautore del principio opposto, quello dell’esclusione, dando quasi a vedere di augurarmi classi composte unicamente di bei ragazzi «sani», magari anche biondi e con gli occhi azzurri... La mia intenzione non era affatto quella di auspicare il ritorno alle classi di??erenziali di un tempo. I ghetti non mi sono mai piaciuti, di qualsiasi natura essi siano. La mia intenzione era ed è, piuttosto, quella di sollevare il velo di retorica che solitamente ricopre il principio d’inclusione così com’esso è praticato nella nostra scuola, attirando l’attenzione sui suoi numerosi aspetti critici.


"Il Sole 24 Ore" - 21 gennaio 2024
Verso soluzioni sostenibili dai segreti della fotosintesi
di Elena Comelli
Ricerca. Comprendere in profondità i meccanismi di assorbimento della luce potrebbe aprire nuove prospettive per l’agricoltura e il fotovoltaico

La fotosintesi alimenta la vita sulla Terra, immagazzinando l’energia solare in forma chimica e producendo sostanze organiche, principalmente carboidrati, a partire dall’anidride carbonica e dall’acqua. Si tratta di un meccanismo fondamentale, che però conosciamo ancora troppo poco. Comprendere a fondo il processo di assorbimento della luce a livello molecolare rappresenterebbe un enorme passo avanti per diversi settori, dal fotovoltaico all’agricoltura. «Solo oggi abbiamo la potenza computazionale sufficiente per condurre le simulazioni a livello molecolare necessarie
per capire come funziona la fotosintesi, uno dei processi più importanti per la sopravvivenza della nostra specie e di tutta la vita sulla Terra», spiega Benedetta Mennucci, esperta di chimica computazionale dell’università di Pisa, che è stata selezionata, insieme ad altre sette università e due aziende, per far parte del programma europeo Photosynthetic Antennas in a Computational Microscope.


“La Stampa” - 20 gennaio 2024
Farli uscire dallo schermo è la nostra vera missione
di Federico Taddia

Se ne sono accorti gli insegnanti. Se ne sono accorti – chi più, chi meno – i genitori. Se ne sono accorti – e da un pezzo hanno fatto suonare gli alert – pediatri e psicologi. E se ne sono accorti perfino loro, quegli stessi adolescenti e preadolescenti che dallo smartphone non riescono a staccarsi. Celando però in mezze frasi sussurrate, in attimi di fastidio appena palesato, in confessioni tra amici, una sorta di velato disagio. Che neppure sanno riconoscere.   

Un malessere stagnante, che avvolge pezzi di quotidianità. Un malessere invisibile, rassegnato, quasi fosse inevitabile quel rapporto stretto, inscindibile, morboso con quello schermo che immediatamente ti spara nella moltitudine delle vite altrui, delle esperienze altrui, delle emozioni altrui. Succhiando tempi e spazi, aprendo all'arena del «tutto è a portata di mano», stravolgendo il concetto di relazione, di condivisione, anche di gioco. Condannando alla pena della connessione continua: se sei connesso allora esisti; se non se connesso sei fuori.


“Avvenire” - 20 gennaio 2024
Liceo Tasso occupato «Ma tocca agli adulti dare l’esempio»
di Luciano Moia
intervista a Matteo Lancini, a cura di Luciano Moia

Matteo Lancini, psicologo: in questo clima di indifferenza, la protesta avrebbe dovuto essere valorizzata.
«Il caso Tasso? Un esempio straordinario per raccontare, ancora una volta, come in questa nostra epoca post-narcisistica a nessuno importi davvero nulla dei ragazzi. Oggi parliamo del Tasso ma la situazione potrebbe ripetersi ovunque. Di quegli adolescenti sembra non importare nulla al preside, né agli insegnanti e neppure, mi spiace dirlo ma è così, ai genitori».
Questa volta Matteo Lancini è provocatorio e ribalta la prospettiva. Psicologo e psicoterapeuta, docente all’Università di Milano Bicocca, presidente della Fondazione Minotauro, autore di tanti studi originali sull’emergenza educativa – l’ultimo Sii te stesso a modo mio. Essere adolescenti nell’epoca della fragilità adulta (Cortina Editore) – lavora da oltre trent’anni con i ragazzi difficili, ma in questa occasione si schiera senza alcun dubbio con gli studenti del liceo romano.


“La Stampa” - 20 gennaio 2024
"Boom di casi anche tra i maschi fifinalmente si è superato un tabù"
di Valeria D'Autilia
Intervista a Giovanni Abbate Daga

Negli occhi l'immagine di quella ragazza che piangeva di felicità. Dopo 10 anni, per aver riassaggiato uno yogurt. O di quella paziente finita in rianimazione per aver smesso di mangiare, che ha rischiato la vita, ma ora «ce la sta facendo». Giovanni Abbate Daga, psichiatra e docente universitario, è direttore del Centro esperto regionale disturbi alimentari della Città della Salute di Torino. Migliaia i casi trattati in équipe per aiutare i più giovani a superare patologie che, spesso, hanno esiti di mortalità. Per suicidio o complicazioni mediche.
Malattie, come anoressia e bulimia, sino a poco tempo fa considerate solo femminili e che oggi registrano un aumento della richiesta di cura da parte degli uomini.


“La Stampa” - 19 gennaio 2024
"Intelligenza artifificiale e ricordi del nonno Così ho creato lo scanner per il Parkinson"
di Niccolò Zancan
Intervista a Tommaso Caligari

L'idea migliore, fino a qui, la deve al nonno. «Nonno Sergio era un meccanico. Produceva viti, minuterie, barre filettate. Passava il tempo a lavorare. Anche quando era in pensione, stava sempre nel suo garage-officina. E io con lui. Non c'era niente che insieme non potessimo aggiustare».   Quando il nonno Sergio Caligari si è ammalato di Parkinson, il nipote Tommaso ha parlato con i suoi dottori. Era molto sofferente, troppo. A quello stadio della malattia non c'era più niente da fare: non si poteva aggiustare. «Un medico mi ha spiegato che ci sono degli indicatori precisi per fare la diagnosi nella fase iniziale, quando ancora la malattia è curabile. In particolare, mi ha spiegato che si può diagnosticare il Parkinson osservando la riduzione di oscillazione degli arti superiori e anche un'asimmetria che non è visibile a occhio nudo, ma c'è.   Quella frase mi è rimasta in mente. Dopo un mese ho iniziato a pensare al dispositivo "Parkinson Detector"».


"Il Sole 24 Ore" - 19 gennaio 2024
Ma in definitiva, che cosa è un buon lavoro?
di Ferruccio de Bortoli

La domanda più ricorrente, in questo saggio di Stefano Cuzzilla e Manuela Perrone, è una sola. Anche se forse ne racchiude tante altre che riguardano poi, in definitiva, il senso profondo della nostra esistenza. Che cos’è un buon lavoro? Se dovessimo dare una risposta immediata, quasi d’istinto, diremmo che è quello nel quale ritroviamo più ragioni di vita. Cioè tutte quelle ragioni che il lavoro, nella sua dimensione novecentesca e fordista, finirebbe per comprimere, schiacciare, annullare persino.
Il lavoro di cui si parla in questo libro non è più, dunque, un tempo sottratto alla vita, alla libertà individuale e collettiva, ma il suo complemento, la sua realizzazione. Con buona pace di chi pensa – in particolare dopo la pandemia – che si stia accentuando un divorzio irrimediabile tra vita e lavoro soprattutto nelle giovani generazioni.


"Il Fatto Quotidiano" - 18 gennaio 2024
La scuola è di tutti: pure e specialmente degli alunni fragili
di Silvia Truzzi
Regressioni tira aria di restaurazione: basta disabili e immigrati, rallentano i "normali"

Sul Corriere, nella rubrica Parole scritte, il professor Galli della Loggia ha recensito l’ultimo lavoro di Giorgio Ragazzini, vergando in poche righe un manifestino che demolisce l’idea costituzionale di scuola con la quale siamo cresciuti. Ecco qui: “La scuola italiana è il regno della menzogna e finché resterà tale non potrà che peggiorare. Sulla carta tutto è previsto, tutto funziona, e alla fine tutti sono Promossi. Ma come si legge nelle pagine chiare e documentate di questo libro di Giorgio Ragazzini (Una scuola esigente, Rubettino) insegnante fra i fondatori del benemerito ‘Gruppo di Firenze’, la realtà è ben diversa. A cominciare ad esempio da quella che si cela dietro il mito dell’inclusione.


"Il Sole 24 Ore" - 16 gennaio 2024
Cambiare paradigma mettendo al bando villania e arroganza
di Federico Maurizio d’Andrea
Verso una nuova coscienza civile

Viviamo un’epoca in cui la mancanza di eleganza nel modo di comportarsi e, soprattutto, di esprimersi non stupisce più né, tanto meno, indigna. È da tempo che si avverte lo smarrimento del senso del ritegno, del pudore, del decoro e, perché no, dell’onore, dell’autocontrollo, con cui dovrebbero occuparsi cariche e ruoli pubblici, del peso delle parole, in un incalzante, e incessante, smarrimento del senso della propria - e dell’altrui - reputazione. Sarebbe, infatti, riduttivo e ingeneroso, ritenere che il tema morale riguardi solo l’oggi e la parte «pubblica» della società, quando è evidente che trattasi di un problema che, da anni e in via generalizzata, attanaglia la nostra comunità.


"Il Sole 24 Ore" - 16 gennaio 2024
Nel sistema immunitario la regia della memoria
di Francesca Cerati
Ricerca italiana

Il sistema immunitario non si limita a proteggere il cervello da traumi o infezioni, al contrario: grazie alla ricerca in neuroscienze, oggi sappiamo che svolge molte altre funzioni fondamentali per la salute e il funzionamento dell’organo. Secondo i risultati di uno studio pubblicati su Immunity, le cellule immunitarie che risiedono nel cervello – le cosiddette cellule della microglia – guidano lo sviluppo e la maturazione delle aree dell’ippocampo deputate alla memoria. Lo fanno modificando il metabolismo dei neuroni che compongono queste aree. Lo studio, coordinato da Michela Matteoli, professoressa ordinaria di Farmacologia in Humanitas University e direttrice del Programma di Neuroscienze di Humanitas, aggiunge un tassello inedito del puzzle sulla relazione complessa tra immunità e sistema nervoso, un tassello che potrebbe cambiare il nostro approccio a diverse malattie del neurosviluppo e neurodegenerative, tra cui l’Alzheimer.


"Il Sole 24 Ore" - 14 gennaio 2024
Curare il parkinson grazie a una scimmia
di Giorgio Vallortigara
I confini della ricerca. La storia della scienza ci dice che la strategia di studio che impiega i modelli animali ci ha regalato imprevedibili e immensi benefici. Come nel caso dei neuroni specchio

Pare che durante un dibattito tra ricercatori biomedici e militanti animalisti, fronteggiando due estremisti che urlavano il loro no alla violenza, inclusa quella contro le piante, anch’esse senzienti, Rita Levi Montalcini replicasse serafica: «No, cari, su questo terreno non posso seguirvi. Io le patate le bollo vive». Roberto Sitia e Giuliano Grignaschi hanno usato la frase della Montalcini come titolo per il loro libro – davvero egregio e di chiarezza cristallina – rivolto a tutti quelli che vogliano comprendere le ragioni dell’uso dei modelli animali nella ricerca scientifica, dagli aspetti legislativi a quelli etici, dal modo in cui gli animali sono mantenuti nei laboratori, al Principio delle 3R (rimpiazzare, ridurre e rifinire, cui oggi si aggiunge una quarta R, reinserire) che è il cardine delle pratiche in materia.


"Il Sole 24 Ore" - 14 gennaio 2024
Nuovi racconti per storie naturali
di Fulvio Irace
Far vivere i musei/1. Il Museo milanese è diventato un vero «teatro della narrazione» grazie all’allestimento di Migliore e Servetto. Un raro equilibrio tra i campioni reali e i contenuti multimediali e i giochi interattivi che divertono e attraggono gli ospiti

Da dove veniamo? Chi siamo? Dove andiamo? È l’interrogativo che Paul Gauguin si pose nel 1897, dipingendo uno dei quadri più famosi della storia dell’arte contemporanea. La sua risposta fu un testamento spirituale che non aveva bisogno di spiegazioni oltre la sua autobiografia e il suo sistema espressivo.  Ma come raccontare la storia dell’uomo in termini scientifici che possano essere compresi da tutti? È il compito dei divulgatori di tutti i tempi, a cominciare perlomeno da quando sorsero i primi musei di storia naturale con le loro collezioni di botanica, entomologia, zoologia, paleontologia, mineralogia, fondamentali per la comprensione del patrimonio naturale della Terra.


"Il Sole 24 Ore" - 14 gennaio 2024
UN’EPIDEMIA di superstizioni e pregiudizi
di Arnaldo Benini
Vaccinazione

I foreign bodies, di cui lo storico della Columbia University di New York Simon Schama tratta la storia, sono sostanze impiegate come vaccini. Sono parti di batteri e virus (o virus e batteri indeboliti) o prodotti della malattia, come il pus della varicella. Si somministrano a persone sane per attivare selettivamente il sistema immunitario che immunizza dalla malattia. Renzo Tramaglino promesso sposo si muove senza precauzioni nella Milano in preda alla peste perché l’ha avuta e superata. Era stata una vaccinazione naturale, frequente nelle influenze stagionali.
La singolarità del libro è che tratta principalmente non le malattie, ma la sfiducia, le reazioni negative, le diffidenze, le opposizioni caparbie, gli oltraggi feroci specie (ma non solo) di politici e medici, alle vaccinazioni e ai loro sostenitori, dall’inizio a metà del XVII secolo fino ad oggi.


“Corriere della Sera” - 13 gennaio 2024
La strana amnesia sulle mire di Tito
di Ernesto Galli della Loggia

Ha fatto bene il Mulino a pubblicare questo Battesimo di fuoco (pagine 416, 32), un volume di due storici sloveni, Borut Klabjan e Gorazd Bajc, dedicato all’incendio appiccato nel corso di una manifestazione nazional-fascista a Trieste, che nel luglio 1920 distrusse il Narodni Dom, l’edificio simbolo della presenza slava nella città, sede di numerose organizzazioni e associazioni culturali di quella minoranza. Da qui parte un’esplorazione a largo raggio sulla feroce politica snazionalizzatrice ai danni della minoranza slava della Venezia Giulia, esercitata dalle autorità fasciste (in parte precedute su questa via da quelle prefasciste), e poi per l’esame, dopo il 1945, del lungo e difficile reintegro della stessa minoranza nei suoi diritti: non mancando mai di sottolineare la perenne cattiva volontà degli italiani.


“Corriere della Sera” - 13 gennaio 2024
Femminicidi, la sindrome degli annunci
di Marco Balzano

Mentre nuovi femminicidi si consumano con una cadenza che dà i brividi — cinque donne dall’inizio dell’anno — i provvedimenti annunciati sotto la spinta della reazione collettiva all’uccisione di Giulia Cecchettin non sembrano più all’ordine del giorno. Così, ora che l’attenzione sul caso sta calando, si avverte meglio la fumosità di tante dichiarazioni, confezionate più per assecondare l’indignazione e lo sconcerto dell’opinione pubblica che per cambiare radicalmente una situazione ormai insostenibile.
Il punto è che le questioni cruciali si affrontano — se si affrontano — sempre sotto la spinta di un’emergenza. Ed emergenza è una parola che non mette più in allerta, perché si usa per ogni problema: un incidente sul lavoro o il caldo estivo, gli sbarchi a Lampedusa o i femminicidi.


“La Stampa” - 12 gennaio 2024
Con l'elefante Fritz tra metaverso e avatar
di Fabrizio Vespa
Riapre il museo di scienze

Sono arrivato qui solo da sei mesi, ma in ogni istante scopro una storia nuova». Il gran giorno dell'inaugurazione del Museo Regionale di Scienze Naturali che dopo 10 anni di chiusura torna a rivivere è fissato per il 12 gennaio alle 15 e a commentare la sua rinascita è il neodirettore Marco Fino. Ingegnere, 46 anni, cuneese doc con una lunga esperienza nell'amministrazione pubblica, ha il compito di gestire la struttura e di traghettarla verso il futuro.
«Nel 700 e nell'800 personaggi come Quintino Sella o il Duca degli Abruzzi sono andati in giro per il mondo per poi tornare indietro con tesori d'ogni tipo, minerali, insetti, animali esotici, da esporre nelle nostre collezioni. Il mio obiettivo sarà di far capire al pubblico la quantità di storia e di storie che esistono all'interno di questo museo».


“La Stampa” - 12 gennaio 2024
Evviva il Museo di Scienze Naturali di Torino vi spiego perché riapre nel segno dell'oceano
di Mariasole Bianco

Il filosofo e sociologo inglese Herbert Spencer diceva: «Il fine ultimo dell'educazione non è il sapere ma l'azione» e questa frase racchiude perfettamente l'importanza della riapertura del Museo Regionale di Scienze Naturali di Torino.
Mi sono innamorata del mare quando ero una bambina. Ad affascinarmi e attrarmi erano la sua bellezza, la sua potenza e il suo mistero. E, se gli anni passati a studiarlo mi hanno reso più chiara la strepitosa varietà di forme di vita e di ambienti sommersi che rendono unico l'habitat più vasto del pianeta, mi hanno anche mostrato con drammatica evidenza un'altra sua caratteristica fondamentale: la vulnerabilità. Entrambe le tematiche sono ignorate dalla maggior parte delle persone ed è per questo che ho sempre ritenuto che la comunicazione intesa come divulgazione ed educazione giocassero un ruolo fondamentale.


"Il Sole 24 Ore" - 11 gennaio 2024
La scuola apprende assieme all’intelligenza artificiale
di Pierangelo Soldavini
Istruzione. Gli istituti sperimentano la Ai generativa alla ricerca di un equilibrio tra tecnologie, linguaggi e canali. Bardi (ImparaDigitale): «La formazione vada oltre l’uso del device»

A Dalmine gli studenti dell’Itis Marconi imparano Dante insegnandolo all’intelligenza artificiale. La professoressa di lettere, Laura Ragaldo, ha affidato ai ragazzi, a gruppi, sei canti della Divina commedia con il compito di analizzare personaggi, storie, figure retoriche, metafore e trasmettere la lezione a un robot dotato di AI. Alla fine la professoressa interroga direttamente il robot per valutare la loro preparazione: «Diventano protagonisti del loro apprendimento e non si accorgono neanche di studiare», sintetizza. Intanto hanno anche imparato come ragiona l’Ai. Rossella Gianfagna, rettore del convitto nazionale Mario Pagano di Campobasso, ha utilizzato il robot sociale Furhat nella primaria: per i bambini è diventato un compagno che li accoglie ogni giorno, per l’insegnante è un supporto per la creazione di testi o per attività di gruppo: «È una specie di compresenza per i bambini, che imparano così fin da subito a interagire con l’intelligenza artificiale», spiega.


"Il Sole 24 Ore" - 11 gennaio 2024
Il lungo cammino (da completare) della parità di genere
di Paola Severino
La prolusione che mi accingo a svolgere si inserisce in un anno particolare, in cui il tema dello squilibrio di genere – purtroppo anche nelle sue manifestazioni più intollerabili, legate alla violenza di genere – è emerso come questione attualissima.

Gli ultimi dati raccontano le due facce di una stessa medaglia. Da una parte, il Global Gender Gap Index del 2023 ci dice che ad oggi nessun Paese ha raggiunto la piena parità tra i sessi e che, di questo passo, ci vorranno circa 131 anni. Dall’altra parte i dati italiani ci parlano di 120 donne uccise nel 2023, con un aumento del 5% degli omicidi commessi dal partner o ex partner. Dati sconfortanti. E tuttavia, da giurista, riflettendo nella prospettiva – sollecitata anche dallo straordinario film di Paola Cortellesi (C’è ancora domani, ndr) – delle conquiste delle donne nell’arco degli ultimi decenni, mi sono detta che la presenza di tanti giovani in questo momento così solenne, impone di tracciare la storia del percorso dei diritti delle donne.


“la Repubblica” - 10 gennaio 2024
I pilastri su cui si basa la Costituzione
di Gustavo Zagrebelsky
Ogni Carta che si rispetti è regolata da principi guida che non sono da interpretare, ma che tutelano la libertà in uno Stato democratico La riflessione del giurista mentre riesce il suo saggio “Il diritto mite”

La Costituzione è ricca di norme di principio. Sulla loro natura ci sarebbe molto da ragionare.
Soprattutto, si deve distinguerle dalle norme-regole. I principi non sono regole come tutte le altre, semplicemente “più generali”. La differenza è così grande, da mettere in discussione l’armamentario giuridico che proviene dallo stato di diritto che abbiamo ereditato dalla civiltà giuridica dell’Ottocento.  Innanzitutto, i principi hanno un duplice volto, stando all’inizio dell’argomentazione giuridica e prefigurando la fine. All’inizio, suggeriscono l’orizzonte entro il quale la realtà di fatto deve essere “compresa”, cioè categorizzata secondo senso e valore. In breve, stabiliscono come i “fatti” devono essere trasformati in “casi” giuridici. In secondo luogo, indicano la direzione lungo la quale i casi devono sciogliersi nella decisione. In entrambi i momenti esiste spazio per i “punti di vista” attraverso i quali iconcetti costituzionali si riempiono di contenuto attraverso le loro concezioni.


"Il Sole 24 Ore" - 9 gennaio 2024
Un cambio di passo necessario per i giovani
di Alessandro Rosina
Lavoro e formazione

Nel tradizionale discorso di fine anno il Presidente Mattarella ha ben espresso la contraddizione di un’Italia che, da un lato, disconosce le attese delle nuove generazioni e le fa sentire “fuori posto”, dall’altro, ha “bisogno dei giovani”, “delle loro speranze”, “della loro capacità di cogliere il nuovo. L’aspetto più oggettivo ed evidente del depotenziamento del ruolo delle nuove generazioni è quello demografico, come hanno confermato i dati del Censimento Istat pubblicati a fine 2023. Tra la fine del secolo scorso e le prime decadi dell’attuale l’Italia è stato il Paese che con più metodica perseveranza in Europa ha agito nell’opera di indebolimento strutturale di tutta la fascia giovanile. Un processo di degiovanimento che ora sta riversando gli effetti negativi sulle coorti in entrata nella vita adulta e nella piena età lavorativa.


“L’Osservatore Romano” - 9 gennaio 2024
Tra la meraviglia di coltivare l’impossibile
di Nicla Bettazzi

Le pagine dell’ultimo libro di Franco Lorenzoni, Educare controvento. Storie di maestre e maestri ribelli (Palermo, Sellerio, 2023, pagine 256, euro 16), scorrono veloci, incalzanti, un “controvento” pedagogico, vitale e avvolgente. All’interno l’autore ha trascritto quarant’anni di esperienza nelle scuole, di riflessioni, incontri, letture, studio, ma soprattutto di ricerca costante, personale e collettiva, del senso autentico dell’apprendimento, della meraviglia dell’imparare. «Se tu non trovi il modo di fare tuo, di fare vero un quadro, un libro, un argomento di storia o un teorema matematico, se non lo riscrivi dandogli vita a modo tuo, con parole e sentimenti e ragionamenti che non possono essere che tuoi, quell’oggetto culturale rimarrà distante, inerte, morto. I più veloci impareranno a memoria quattro parole che lo definiscono e magari sapranno anche rispondere a una verifica e far felici noi insegnanti, ma presto lo dimenticheranno».


"Il Sole 24 Ore" - 7 gennaio 2024
Senti il pianeta: voci, cinguettii e rumori
di Nicola Gardini
Ascoltare la natura. Grilli, merli, orche, megattere ci avvolgono in una rete invisibile di richiami, allarmi, canti. Si producono linguaggi per un’infinita varietà di ragioni: ecco la guida di D.G. Haskell, già autore di studi sui suoni delle foreste

I suoni, cioè le voci dei viventi, non sono nati con l’universo. Ci sono voluti milioni di anni. Anche i suoni, infatti, sono frutto dell’evoluzione darwiniana. Alcuni li apprendono per capacità innata, altri per imitazione. Essenziale, però, anche il ruolo della cultura, che li modifica secondo ambienti e necessità. E così siamo arrivati a oggi, a questa immensa realtà sonora, diffusa per l’intero pianeta, che diamo per scontata e che scontata non è per niente, perché, mentre s’impegna a seguire ancora le vie dell’evoluzione, già dà tremendi segni di deperimento. I suoni nascono e muoiono, e non risorgeranno. E, se anche continuano a esistere in quantità gravemente diminuite, non li percepiamo più. Vinceranno la sordità, l’ammutolimento e il rumore, grazie alla distruzione dei territori, ai mutamenti climatici, ai commerci marittimi, al frastuono cittadino, di cui tutti, in gradi diversi, siamo colpevoli.


“La Stampa” -  7 gennaio 2024
"Non c'è morale senza conoscenza scientififica Il sapere è un diritto da difendere, anche con l'Ai"
di Barbara Gallavotti

Conoscere serve a scegliere.
Le qualità morali, se ignori i fatti su cui le eserciti, non sono che buoni propositi, astrazioni capaci di indurre in errore. «Se, anziché informarmi, mi limito a credere alle campagne No Vax e mi rifiuto di vaccinarmi, e lo faccio in coscienza, perché credo sia giusto non mettermi in pericolo e combattere per non mettere in pericolo gli altri, faccio una scelta eticamente coerente, ma sostanzialmente sbagliata», dice alla Stampa Barbara Gallavotti, scrittrice e divulgatrice scientifica, firma storica di Superquark, dal 13 gennaio in onda con il suo Quinta dimensione, regia di Luca Granato, in prima serata su Raitre, per quattro puntate, una delle quali, la terza, interamente dedicata alle Intelligenze (sia umana che artificiale). La questione morale dell'algoritmo, dei robot, di ChatGPT, richiamata da Mattarella nel suo discorso di fine anno - «Facciamo in modo che l'Ai resti umana» -, si incardina per lei nell'obiettivo che si è posta in questi anni: contribuire a renderci cittadini scientifici, che significa dotarci degli strumenti per avere contezza dell'impatto di scienza e tecnologia nelle nostre vite.


"Il Sole 24 Ore" - 7 gennaio 2024
«Le competenze Stem sono una rete di sicurezza per la carriera professionale»
di Monica D’Ascenzo
Cristiana Scelza. La manager, che dirige la divisione Electrification di Prysmian, mette la sua storia a disposizione di Valore D: «C’è ancora molto da fare in tema d’inclusione e diversità»

La preparazione tecnico-scientifica è una rete di sicurezza nelle acrobazie di una carriera internazionale. È il leitmotiv della vita professionale di Cristiana Scelza, che dal primo gennaio è stata nominata executive vice president della divisione Electrification di Prysmian nell’ambito della riorganizzazione del gruppo in quattro nuovi segmenti di business operativi sotto la guida del nuovo ceo Massimo Battaini (a partire dall’assemblea 2024). Gli altri tre sono stati affidati a Hakan Ozmen il segmento Trasmission, a Cinzia Farisé il Power Grids e a Frederick Persson il Digital Solutions.


"Il Sole 24 Ore" - 7 gennaio 2024
La mente dell’ape, un’esplosione di profumi e colori
di Giulia Bignami
Etologia

«La vita delle api è come un pozzo magico: più si attinge da esso, più si riempie d’acqua» lo ha detto circa settanta anni fa il Premio Nobel Karl von Frisch, forse senza neanche immaginare quanta magia ci avrebbe ancora riservato quel pozzo da cui continuiamo ad attingere secchiate di abilità, intelligenza e comportamenti inaspettati per il milione di neuroni, quelli delle api, che li genera e per gli ottantasei miliardi di neuroni, quelli degli scienziati umani, che li studiano. Uno di questi scienziati è Lars Chittka che si prepone l’obiettivo di farci entrare nella mente di un’ape seguendo un’indagine esplorativa piena di antenne, colori, danze, profumi, fiori e cervelli miniaturizzati. Obiettivo ambizioso e per nulla banale dato che mettersi nei panni delle api equivale a vestire i panni di alieni, seppur provenienti «dallo spazio interno», a partire proprio dal loro universo sensoriale, completamente diverso e probabilmente più ricco di quello umano.


"Il Sole 24 Ore" - 7 gennaio 2024
Salita sull’etna, paradisi e inferni
di Mario Andreose
Il viaggio di Maria Corti. La filologa, ottantenne, compose il racconto della sua ascensione al vulcano, avvenuta trent’anni prima: è una geografia fantastica di mille testimonianze, da Pindaro a Bufalino

La milanese Maria Corti (1915-2002), storica della lingua italiana, filologa (sopranominata Miss Marple da Umberto Eco per il suo metodo di indagine tra ricerca d’archivio e ricognizioni ambientali), medievista, semiologa, saggista, romanziera, fondatrice e direttrice di testate come «Strumenti critici» e «Alfabeta», critica letteraria, accademica della Crusca e dei Lincei, amava la montagna. Al volgere del secolo scorso, ottantenne, sente il bisogno di comporre il racconto della sua ascensione sull’Etna, avvenuta trent’anni prima, e la affida, tra la costellazione di
editori di cui dispone, a Einaudi con il titolo Catasto magico, ora riproposto, con nuovi apparati, dal catanese Nous. Il sottotitolo Etna. Una geografia fantastica ci predispone a una visita guidata da un cicerone letterariamente ispirato, rigoroso, ironico e di pirotecnica erudizione.


“Avvenire” - 2 gennaio 2024
Scommettere sulla libertà dei figli con il rischio di «vederli da dietro»
di Marco Erba
In gennaio si sceglie il percorso dopo la terza media. Che i giovani sappiano percepire i loro desideri più profondi. Il fatto che mio padre quarantenne, di fronte al tredicenne spesso inaffidabile e scostante che ero, abbia deciso di lasciarmi andare sulla mia strada resta uno dei doni più importanti della mia vita.

«Non sappiamo più davvero che fare, prof...». La signora era sconsolata. Allargò le braccia, scosse la testa. Anche il marito teneva gli occhi bassi. Erano due genitori molto attenti, molto presenti: sul pezzo, come si dice. Due medici stimati e in carriera. Tenevano molto alla scuola. Ma, niente, il figlio Giacomo non studiava, non si impegnava, non aveva alcuna motivazione. Rischiava di perdere l’anno. «Questo liceo scientifico è un’ottima scuola», disse il padre. «Abbiamo molta stima di voi insegnanti. Giacomo ha tutte le condizioni per fare bene, continuiamo a ripeterglielo, e invece...».
Invece Giacomo arrivava a scuola tutte le mattine con una faccia da funerale, come se il nuovo giorno di lezioni fosse un peso insopportabile caricato sulle sue povere spalle. Era un ragazzo brillante, intuitivo: me ne aveva dato prova più volte chiacchierando fuori dalla classe. Ma quando si trattava di scuola, si spegneva di punto in bianco. Mi chiesi a lungo il perché. La risposta arrivò, come spesso accade, in un tema.


“La Stampa” - 2 gennaio 2024
Solo una visione sovranazionale può salvare le democrazie
di Massimo Cacciari

Ben difficilmente anche la navigazione attraverso il nuovo anno ci permetterà di giungere in qualche porto, dove almeno riparare le nostre navicule. Nessuna delle tempeste attraversate sembra prossima a cessare. O, per meglio dire, in tempesta il mondo storico lo è sempre più o meno stato, sono i nocchieri in grado di reggerne la sfida ciò che da qualche decennio è scomparso dai nostri orizzonti. Chi contiene, chi frena i "naturali appetiti" delle grandi potenze economico-finanziarie?
L'assalto a Madre Terra, avvilita come mero deposito di materie prime? Le volontà egemoniche di vecchi e nuovi spazi imperiali? Non vale che una fede, o piuttosto una superstizione: che l'interdipendenza economica e la rete di interessi che essa determina siano tali da impedire motu proprio ogni catastrofe globale, e che la Tecnica sia in grado di risolvere tecnicamente i problemi che il suo stesso sviluppo produce. È l'illusione che Economia e Tecnica abbiano in sé, per divina grazia, servo-meccanismi e automatismi tali da permettere la regolazione della vita politica.